Committenze spericolate. Zhang Enli a Roma
Galleria Borghese, Roma – fino al 7 luglio 2019. L’artista cinese Zhang Enli innesca un dialogo con la sede romana attraverso una serie di interventi site specific.
Villa Borghese, smisurato e vitale polmone verde cittadino, è figlia legittima del Seicento romano e della volontà estetica del Cardinale eponimo Scipione Caffarelli Borghese, uomo politico, collezionista spregiudicato e mecenate lungimirante che la arricchì di un elegante casino nobile in stile cinquecentesco, dove vi adunò la propria collezione d’arte antica e moderna che, pur accresciutasi nel corso degli anni, tuttavia ancora oggi mantiene l’impronta originaria conferitale dal fondatore. Ma ciò che ci ha condotti sui passi dell’illustre presule non è tanto il desiderio attrattivo dell’antico o del classico, quanto un’improvvida curiosità mista a pregiudizio – lo confessiamo – sollecitata dalla mostra attualmente in corso.
Si tratta di un’ulteriore tappa della rassegna Committenze contemporanee, un progetto ideato nel 2007 dalla direttrice Anna Coliva che ha commissionato delle opere site specific agli artisti coinvolti invitandoli a un confronto “concettuale” con gli spazi e con i capolavori della Galleria; e con l’obiettivo non secondario di recuperare e di riattivare fattivamente il valore catalizzante della committenza, problematico e incerto trait d’union tra il passato e il presente. È stato quindi invitato un artista in Italia poco conosciuto, anche se ha già al suo attivo la partecipazione ad alcune esposizioni di rilievo nazionale: si chiama Zhang Enli (Jilin, Cina, 1965); ha fatto, nel suo Paese, studi artistici accademici, specializzandosi nella pittura a olio, vive e lavora a Shangai dove insegna in un importante Istituto d’arte.
L’INTERVENTO DI ZHANG ENLI
Con Bird Cage, a temporary shelter, il pittore cinese presenta quattro installazioni policrome collocate – per un dialogo “concettuale” con il genius loci ‒ nel portico d’ingresso, nella terrazza del giardino segreto di tramontana e nel padiglione dell’Uccelliera. Abbiamo chiesto a Geraldine Leardi, co-curatrice della mostra (insieme a Davide Quadrio), di fornirci una chiave di lettura di questo singolare dialogo transculturale. “Zhang Enli” ‒ ci spiega ‒ “è entrato in relazione con tutte le arti della Galleria Borghese, ha conversato con le statue nel portico attraverso il mezzo tridimensionale e libero dei globi-scultura, e con l’edificio stesso, in quanto entità architettonica in sé, nella terrazza nord, servendosi di una figura base della geometria solida, il cubo, che è custodia e stanza, fino a trasferire le policromie dei dipinti e dei marmi del museo nella visione libera e leggera delle torri, dei loro cartoni colorati”.
Parole che attivano la nostra immaginazione di muti spettatori dinanzi a questo straordinario confronto dialogico. Ma il sospetto che si tratti di due monologhi rimane.
‒ Luigi Capano
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