Impegno sociale, turismo, marketing. In due performance di Pistoletto a Catania e Noto

Due performance di Michelangelo Pistoletto portano il Terzo Paradiso nel Porto di Catania e a Noto.

Su una piattaforma di 800 mq calata in mare nel Porto di Catania; il giorno seguente a Noto in un campo seminato con grani antichi siciliani. Le due  performance realizzate all’inizio di giungo da Michelangelo Pistoletto per il suo Terzo Paradiso si prestano perfettamente alla riflessione sollecitata da Macello Faletra qui.“Si tratta di marcare ulteriormente la distinzione fra l’estetizzazione del sociale, che museifica il mondo in funzione di un turismo culturale, e le poetiche della deterritorializzazione. Disinnescare l’arte come spostamento di contraddizioni sociali nello spazio innocuo del museo (l’esibizione) e reintegrarla nel campo di forze delle contraddizioni sociali. Calarla nella storia vivente”.

LE PERFORMANCE DI PISTOLETTO

Nelle due performance ci sono: dichiarazioni di impegno sociale, totemizzazione turistica e un’operazione di marketing sottesa al lancio di una start up. L’utilizzo di chi di questa opera si è appropriato è dichiarato, ma il suo autore ne è perfettamente cosciente. Pistoletto concepisce il suo Terzo Paradiso nel 2003, lo presenta alla Biennale del 2005, e da allora lo replica senza sosta trasformandolo in un’opera collettiva che ha coinvolto migliaia di persone – negli spazi antistanti il Louvre di Parigi, in Piazza Duomo a Milano, nella sede ONU a Ginevra o nell’isola di Cuba. Cinque continenti, 1112 performance, con 3 milioni di persone coinvolte. A Catania è intervenuto sul tema del marine litter; a Noto ha tracciato la sua elaborazione grafica dell’infinito, tra le spighe di un seminativo effettuato su un terreno nei pressi della Riserva di Vendicari. Le righe che seguono vogliono essere cronaca prima che teorizzazione: perché è la sequenza fatti e i protagonisti degli stessi ad essere rivelatrice.

LA CRONACA DEI FATTI

Lo scorso gennaio la Fondazione Pistoletto è entrata in contatto con la Fondazione OELLE Mediterraneo Antico di Ornella Laneri che si è dichiarata disposta sostenere una nuova tappa del Terzo Paradiso nel capoluogo etneo. Direttore della Fondazione catanese è Carmelo Nicosia, che qui tra l’altro insegna storia e progettazione fotografica presso l’Accademia di Belle Arti della città.  Nicosia conosce tanto il percorso artistico di Pistoletto che i problemi della città cui vive, funestata dal fallimento conclamato per un debito di 1.6 miliardi di €. Una città dove da mesi i servizi funzionano a singhiozzo: tra questi una raccolta rifiuti che vede discariche abusive improvvisate in ogni dove e le strade del centro – quelle percorse da un turismo che rappresenta una risorsa irrinunciabile per il capoluogo eterno – ogni sera avvilite da uno spettacolo sconfortante. Nicosia riflette dunque sulle caratteristiche da dare a questo Terzo Paradiso: “Sono partito dall’immagine una tartaruga marina che nuota trascinando con sé la rete da pesca in cui è impigliata. In questa celebre foto scattata da Francis Perez (vincitore World Press Photo – Sezione natura 2017) il povero animale appare un mutante, simbolo di una natura che si sta trasformando sotto i nostri occhi. Immediatamente dopo la prima comunicazione del progetto abbiamo ricevuto il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare. A seguire sono arrivate le adesioni di Fondazione Cetacea, Cittadinanzattiva Sicilia, Italia Nostra Catania, Legambiente, Marevivo, WWF.  E poi la disponibilità di Guardia Costiera, Capitaneria di Porto, Autorità Portuale Catania”.

Michelangelo Pistoletto a Catania

Michelangelo Pistoletto a Catania

IL TERZO PARADISO A CATANIA

A Pistoletto la proposta di Nicosia piace ma pretende di avere il massimo del coinvolgimento da parte di chi abita in questo territorio. Dispone che una gomena lunga 100 metri venga modellata con la forma dell’infinito, e sia caricata con plastiche di risulta: l’obbiettivo è quello di far riflettere su una delle emergenze ambientali più gravi, l’inquinamento causato dai rifiuti di plastica depositati sul fondo dei mari in ogni parte del mondo. Il 25 maggio scorso a Catania, Messina, Porto Empedocle, Licata e Vittoria decine di volontari iniziano a raccogliere le plastiche abbandonate sui litorali siciliani. Immediatamente dopo di loro entrano in azione gli operatori preposti al servizio di raccolta dei rifiuti con i “barconi spazza mare” nell’area antistante il Porto di Catania e di Aci Castello.  Il Molo di Levante davanti al quale è stato posato il Terzo Paradiso catanese non è però solo il luogo reso celebre dalla tragicommedia legata al nome della motonave Umberto Diciotti; è anche è una delle più belle passeggiate che può offrire il capoluogo etneo, proteso per due chilometri in mare con vista perfetta dell’Etna alle sue spalle. E difatti il Presidente della Fondazione ospite Ornella Lanieri che opera nel settore turistico dichiara: Il progetto di Pistoletto intende sottolineare la responsabilità collettiva verso la salute del Mediterraneo, luogo di diffusione e transito di culture millenarie guardano al futuro in positivo, con una visione che non sia schiacciata esclusivamente sulle problematiche che riguardano i flussi migratori di cui la Sicilia e il territorio catanese sono snodo “

I PROTAGONISTI DELL’IMPRESA

Laneri è una imprenditrice molto capace: attraverso la sua Fondazione OELLE ha messo il Four Point by Sheraton di sua proprietà al centro di iniziative che puntano alla valorizzare il patrimonio  storico, artistico, culturale e ambientale  proveniente dal Mediterraneo attraverso il linguaggio dell’arte, il recupero della memoria civica e la responsabilità sociale d’impresa.  Fino dagli anni Novanta del resto uno dei paradigmi della Città dell’Arte è stato quello di individuare prima e assegnare poi ad ogni prodotto preso in considerazione la propria specifica “responsabilità sociale”. “E non solo attraverso in modo di produrre corretto” racconta Pistoletto sollecitato su questo tema. “Perché le due cose sono inscindibili. L’economia è il nutrimento necessario per far marciare il pensiero. Per questa ragione responsabilità sociale e profitto non possono essere scissi, ben sapendo che finalità non è quest’ultimo ma la gratuità. Il profitto è necessario per far funzionare il sistema ma l’obbiettivo è quello del buon vivere gratuito e accessibile.”

L’OPERA TRA LE SPIGHE DI GRANO

Sui terreni agricoli del Resort Zahir Countryhouse Pistoletto ha poi inaugurato il segno del suo Terzo Paradiso tra le spighe di uno speciale grano antico chiamato “rusello”. Un solco percorribile ora è a disposizione di provare a riflettere sulle tematiche della biodiversità all’interno di un campo dorato.  La sera precedente Pistoletto è stato ospite d’onore della tavola rotonda Nuove forme creative di equilibrio tra Uomo e Natura. Intorno a lui hanno preso posto Professori universitari, e ricercatori oltre all’immancabile Vice Capo di Gabinetto del Ministero dello Sviluppo economico. L’occasione è stata creata Alessia Montani, che oltre ad essere proprietaria dello Zahir Countryhouse, ha deciso di dare vita a un’impresa dedicata alla rivitalizzazione di biodiversità siciliane.  Giurista e imprenditrice Montani è intenzionata ad applicare le sue competenze per creare un approccio innovativo alla cultura di antiche semenze che fuori dall’isola risultano ancora pochissimo conosciuti. L’intento della sua M’AMA.SEEDS è quello di porre in relazione agricoltura, arte, ricerca medico-scientifica e innovazione tecnologia, per divenire aggregatore di una filiera che comprenda produttori di materie prime, aziende del food, nonché ristoratori uniti dalla volontà di valorizzare le biodiversità esistenti sull’isola. Nel Parco delle antiche semenze a cui ha deciso di dare vita l’opera di Pistoletto è solo la prima, ma è stata subito affiancata da seminativi sperimentali curati dal Cnr Isafom di Catania.

Aldo Premoli

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Aldo Premoli

Aldo Premoli

Milanese di nascita, dopo un lungo periodo trascorso in Sicilia ora risiede a Cernobbio. Lunghi periodi li trascorre a New York, dove lavorano i suoi figli. Tra il 1989 e il 2000 dirige “L’Uomo Vogue”. Nel 2001 fonda Apstudio e…

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