Il progetto di residenza artistica Treeline nel territorio della Maremma. Intervista ai curatori
Una residenza per esplorare il territorio di Capalbio e della Maremma Toscana. Quest’anno i curatori si sono concentrati sull’ecosistema marittimo. L’intervista a Benedetto Pietromarchi e Maria Concetta Monaci.
Treeline è un progetto di residenza artistica a cadenza biennale, nato a Capalbio nel 2017 da un’idea di Benedetto Pietromarchi e Maria Concetta Monaci. Mentre la prima edizione, intitolata Down to Earth, era un invito a dialogare con questa terra, quest’anno la residenza ha come tema il mare: Into The Sea si è svolta dal 15 al 30 giugno 2019 con gli artisti Charlie Masson, Ignazio Mortellaro, Federico Pietrella, Emilie Pugh, Giada Ripa, Petroc Sesti e Paolo Tamburella. Il programma ha coinvolto i sette artisti tramite escursioni con barche e pescherecci nei luoghi della costa dell’Argentario e delle Isole del Giglio, di Giannutri e delle Formiche di Ansedonia, oltre a incontri scientifici e culturali. Fino al 15 luglio, invece, presso gli spazi espositivi dell’Associazione Culturale il Frantoio, sarà possibile vedere la mostra nata da questa esperienza. Ce ne parlano i curatori in questa intervista.
Il progetto di residenza Treeline è attivo dal 2017, ottenendo un successo crescente. Quali sono i punti di forza di questa esperienza?
Benedetto Pietromarchi: Sono le escursioni che danno agli artisti la possibilità di immergersi nel territorio dal quale possono trarre ispirazione e il senso di comunità dettato giorno per giorno anche dai momenti conviviali durante il periodo di residenza. Una vera e propria avventura vissuta in collettivo.
Maria Concetta Monaci: La residenza è prima di tutto esperienza; faccio mio quanto detto da Benedetto Pietromarchi. Con questo progetto vogliamo far leva su un generalizzato desiderio di confronto che possa trasformarsi anche in una opportunità di crescita per tutti i partecipanti; da qui la necessità di creare un gruppo nel quale ogni singolo, seppur nella propria autonomia e identità, possa e voglia condividere l’esperienza creativa. Importante e fondamentale è per questo l’attività di selezione di Benedetto Pietromarchi nello scegliere la rosa dei partecipanti.
Dopo la Terra, la tematica scelta quest’anno è il Mare. Quali sono le necessità che vi hanno spinto a trattare di questo argomento? Pensate che le vostre residenze saranno sempre legati a temi sull’impatto ambientale?
BP: Semplicemente voler valorizzare tramite il lavoro degli artisti il nostro territorio non solo dal punto di vista d’impatto ambientale ma anche naturalistico e di conservazione. La prossima edizione vorrà concentrarsi proprio su questo. La natura e la storia sono i due temi di cui questo territorio è molto ricco.
MCM: TREELINE Artist Residency nasce dall’idea di fare arte sul territorio, non solo di ospitarla. Il territorio si racconta in tutta la sua bellezza e criticità; scopre le dinamiche che lo animano. Questo lembo di terra della Maremma con la sua storia, la sua forza e le sue contraddizioni diventa occasione per parlare e sensibilizzarci sull’attualità. L’ambiente è sicuramente il tema sul quale è necessario confrontarsi con urgenza e l’arte può aiutare a spingere il messaggio nel profondo della coscienza di ognuno.
Qual è il criterio di scelta degli artisti chiamati a partecipare?
BP: Il criterio si basa sulla conoscenza diretta degli artisti, con i quali ho collaborato in passato in occasione di altre manifestazioni. La scelta è operata dunque sulla sensibilità del lavoro di ogni artista legata al tema della residenza.
Tra i relatori di questa edizione fioccano nomi di personalità di rilievo, come Enzo Cucchi, Cristiana Perrella, Bartolomeo Pietromarchi. Che tipo di apporto hanno portato a questa residenza?
MCM: Sottolineo l’importanza degli incontri, aperti al pubblico, con diverse personalità che operano in ambito scientifico e artistico che danno una loro impronta al tema di arte e ambiente in connessione. Abbiamo avuto infatti nei due incontri la partecipazione di personalità come Pancho Pardi (geologo) e Leopoldo Franco (professore di Ingegneria costiera e portuale), di artisti come Enzo Cucchi e curatori di arte contemporanea come Cristiana Perrella e di Bartolomeo Pietromarchi, Direttore del MAXXI Arte.
Potete raccontarci qualche opera che ben si sposa alle tematiche e al percorso di residenza?
MCM: Difficile scegliere l’opera più rappresentativa. Paolo Tamburella ha voluto ridurre il divario tra Terra e Mare giocando alla creazione di nuove specie di pesci, da quello Frantoio, a quello Aurelia, ma ha anche raccontato, così come Plugh, della forza ed irruenza dell’onda. La poesia, forse anche la malinconia, che la vista del mare e le sue spiagge ci regalano è tutta nelle tavole ad olio di Masson. Petroc, Pietrella e Mortellaro, pur con lavori estremamente diversi, avvicinano il mare al cielo: intensità ed immensità.
Quali sono gli aspetti che vi stanno più a cuore e che intendete sottolineare all’interno di questo progetto?
BP: L’importanza della collaborazione ed il coinvolgimento delle persone del luogo è uno degli aspetti particolarmente cari al nostro progetto di residenza. Uno scambio equo da cui si possa entrambi crescere per meglio continuare a interpretare il territorio.
-Giulia Ronchi
Into the Sea
Fino al 15 luglio 2019
Il Frantoio
via Renato Fucini 10
58011 Capalbio (GR)
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