Al limite del senso. Danilo Sini a Cagliari
Exmà, Cagliari – fino al 22 settembre 2019. Il valore semantico delle immagini è al centro delle ricerca di Danilo Sini. In mostra a Cagliari con una antologica che ne ripercorre la storia artistica, dagli Anni Ottanta a oggi.
Danilo Sini (Sassari, 1961), è uno degli artisti più interessanti e controversi del panorama creativo sardo recente. Chitarrista dei P.S.A., formazione punk dei primi Anni Ottanta, ha lavorato anche come tatuatore e collaborato con numerose riviste del settore.
Al Limite Del Ƨenso è il titolo della rassegna allestita nella Sala delle Volte dell’Exmà di Cagliari, Centro Comunale di Arte e Cultura. Sono cinquanta le opere in mostra e raccontano alcuni decenni della ricerca postmoderna, un po’ concettuale e di matrice punk, di Sini, che qui espone un’acquasantiera con acqua frizzante con la sigla VDUMMD, acronimo di Ve Dei Uen Michi Maus Daid, trascrizione fonetica dell’inglese The day when Mickey Mouse died, dove la morte di Topolino è metafora di un’infanzia misteriosa e tradita. Seguono poco rassicuranti conigli peluche armati di coltello, pronti ad aggredire un coniglietto più piccolo (Gli hobbies: serial killer con vittima), una grande sedia elettrica “a dondolo”, una religiosissima cappella privata dalle pareti “rosso comunista” con tanto di inginocchiatoio, un crocifisso rivestito di pelliccia e, per pregare, il libretto rosso di Mao sostituito alla Bibbia. Non mancano poi interventi decorativi pop nei televisori-scultura che proiettano simboli della cultura di massa, annullandone il significato, come la statua della libertà e Andy Warhol.
VUOTO E NICHILISMO
Il vuoto è il filo conduttore della ricerca dell’artista, che utilizza simboli e archetipi svuotati, appunto, dei contenuti più profondi.
Lavori di matrice poverista, dove materiali come la terra o pezzi di asfalto sottratti a chissà quale discarica sono stati ridipinti in chiave graffitista, e altre opere che richiamano la tradizione della cestineria in Sardegna. Una produzione vastissima, che va dalle installazioni alla fotografia ai video a elaborazioni fotografiche e pittoriche, e dipinti su tela e su tavola.
Un’arte che rifiuta icone e dogmi, voce del disagio, del vuoto esistenziale, sentito attraverso la televisione e sviluppatosi in un nichilistico senso di fallimento e rifiuto. Nella serie delle Situazioni (1996), creature fantastiche, cavalieri, cardinali, demoni e angeli ambigui su tacchi a spillo, dalle lingue guizzanti, simboleggiano la complicità tra il bene e il male, in un universo abitato da figure prive di spessore.
I dipinti realizzati con rossetto e carboncino e i Cattivibambinipentiti e i Bambinitopolini dipinti a olio e carboncino indicano una sorta di precarietà identitaria. Tratti da vecchie fotografie di personaggi reali, raccontano di una umanità innocente e tradita e allo stesso tempo votata alla violenza, verso sé e gli altri, in cerca della propria redenzione.
‒ Alessio Onnis
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