Gli stati d’animo di Emanuele Becheri. A Siena
Galleria Fuoricampo, Siena – fino al 12 luglio 2019. Emanuele Becheri torna a esporre all'ombra della Torre del Mangia dopo undici anni, con una personale delocalizzata in due spazi, quello di Via Salicotto e quello della Sala San Galgano all’interno del complesso museale di Santa Maria della Scala.
Entrambi i momenti espositivi, paralleli, si inscrivono all’interno dell’ultimo macro progetto che Emanuele Becheri (Prato, 1973) conduce ormai da tre anni, incentrato sulla scultura e sul rapporto tra gesto e forma. Binomio sempre molto presente nella sua pratica, tant’è che per quest’ultima fatica ha lavorato sul gesto in maniera “controllata” e sulle forme ben distinte dei disegni, che non sono mai preparatori, ma conservano un certo livello di autonomia, e delle sculture.
Se in galleria l’intervento equilibrato pone in relazione una scultura in terracotta dalle sinuosità rococò con tre disegni realizzati col pongo, nella maestosa Sala San Galgano le tre sculture, pressappoco di 50 cm ognuna, rispondono allo spazio emergendo con forza dalla penombra per presentarsi nella plasticità delle forme che generano caleidoscopiche e forse erronee immagini. Erronee è qui da intendersi in riferimento alla visione soggettiva di ogni spettatore, in quanto l’artista non indica una sola immagine ma una pluralità di immagini suggerite dalle superfici modellate dal gesto convulsivo e reiterato. Il gesto sembra farsi metodo, attraverso il quale “corteggia” la materia, la plasma, ridefinendola fino a quando la “forza del sentire artistico” raggiunge il punto di equilibrio ed è allora che l’opera si manifesta nella sua totale figurabilità e non figurazione.
‒ Gino Pisapia
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