Stefano e Maddalena Boeri ricordano il critico d’arte e curatore Okwui Enwezor
Oggi a Monaco a Villa Stuck, dove nel 2001 Okwui Enwezor curò la prima di una serie di esposizioni in Europa (“The Short Century: Independence and Liberation Movements in Africa 1945–1994”), gli amici di un’intera vita ricordano il critico d’arte e curatore scomparso lo scorso marzo. Ecco il ricordo che ci hanno mandato Stefano e Maddalena Boeri
Uno dei modi per raccontare oggi Okwui, per parlare non solo della sua straordinaria vita di intellettuale sofisticato, curatore di relazioni istituzionali e attivista del pensiero critico, ma anche del suo inconfondibile spessore umano, è di ricordare la sua risata. La sua abilità nel dar vita ad una infinita sequenza di soglie tra una profonda serietà e un potente sorriso. Abbiamo bene in mente come il suo sguardo serio e la sua voce profonda sapeva – anche nelle situazioni più delicate – sciogliersi in una risata serena e irresistibile. Ironica e liberatoria.
STEFANO E MADDALENA BOERI RIPERCORRONO LA VITA E LA CARRIERA DI OKWUI ENWEZOR
Quella risata: era stata lei a concludere nel 2000 i primi incontri a Kassel, con Angelika Nollert, Ute Meta Bauer, Carlos Basualdo, Sarat Maharaj, Mark Nash, per preparare la nostra presenza con Multiplicity alla sua indimenticabile Documenta. A commentare nel 2004 alla Biennale di Dakar le interviste con Hans Ulrich Obrist ai protagonisti dell’arte africana. A suggellare la prima visita nel febbraio del 2011 a Monaco agli spazi -monumentali eppure resi così umani – della sua Haus der Kunst.
Erano sequenze di considerazioni e risate a rilanciare con Louise e il gruppo di the Tomorrow, nell’estate del 2014 nell’isola di La Maddalena, le lunghe discussioni sull’attualità di Karl Marx e del Capitale in preparazione della sua sorprendente e generosa Biennale veneziana.
Ed è stata sempre quella risata, pochi mesi fa, in un’ultima difficile telefonata, ad accogliere l’impegno della Triennale di Milano e dell’Haus der Kulturen der Welt a lavorare sugli archivi di Okwui.
Quella risata rimetteva a posto le cose, dava il giusto peso ai progetti, la giusta ambizione alle idee, il giusto ruolo alle persone.
Ci illuminava dell’umanità ricchissima e del sapere generativo di un uomo che ha letteralmente costruito l’antropologia della cultura mondiale degli ultimi cinquant’anni.
Quella risata riequilibratrice, quel talento nel riportare il mondo degli umani e le loro ambizioni nella loro giusta scala di eventi caduchi e passeggeri, ci mancherà tremendamente.
Ciao carissimo Okwui.
Maddalena e Stefano Boeri
29 luglio 2019
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