L’ottimismo è il profumo della vita? Gianni D’Urso a Lecce
Spazio A – casa-studio di Alessia Rollo, Lecce ‒ fino al 4 agosto. Gianni D’Urso costruisce un sintetico percorso tra performance, ritualità e oggetti. Ne emerge un itinerario fatto di ostacoli, che nelle intenzioni del giovane artista rimanda a precarietà e allegorie.
Gianni D’Urso (Cisternino, 1988) sta costruendo la sua ricerca attraverso costanti slittamenti sarcastici e mediante l’impiego di display e oggetti recuperati da differenti memorie, più o meno recenti, che rielabora con sintesi.
L’uomo sospeso su un’amaca all’ingresso dell’appartamento che ospita Spazio A è una dichiarazione di poetica che presuppone attesa, intervallo vitale, probabilmente disillusione. “Gianni, l’ottimismo è il profumo della vita”: ricordate questa bella frase di Tonino Guerra in una pubblicità televisiva di qualche anno fa? D’Urso l’ha presa in prestito per costruire un percorso sinottico (in tre ambienti dell’appartamento), fatto di inciampi e allegorie e confluito nella mostra a cura di Fac, con testo di Giuseppe Arnesano.
Il pallone di cuoio sgonfiato con la scritta “Futuro”, nelle intenzioni dell’artista evidenzia la precarietà in cui sono affondati migliaia di giovani senza prospettiva alcuna, adottando, ancora una volta, la metafora calcistica. E mettendo in luce – come è stato fatto in altri lavori precedenti – il parallelismo che intercorre tra il mondo dello sport e il sistema dell’arte contemporanea.
‒ Lorenzo Madaro
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