L’arte subacquea di Blub. Al Mann di Napoli
Misterioso come Banksy, lo street artist Blub colora le città per valorizzare quei luoghi andati perduti e da raccontare. Un’arte leggera che è possibile conoscere al Museo Archeologico Nazionale di Napoli, nell’ambito della prima personale partenopea dell’artista dal titolo “L’arte sa nuotare”, a cura di Carla Bru e Maria Paternostro.
Nella sala del Plastico di Pompei (scala 1:100) l’arte antica diventa oggetto di una “escursione marina”, tra statue di oltre duemila anni fa e affreschi “ripresi” da Blub grazia alla tecnica ad acrilico, con tanto di maschere da sub e bollicine, come i coniugi vesuviani Terentius Neo e la moglie, la poetessa Saffo, alcune statue originali in bronzo di Efebo di via dell’Abbondanza, Apollo della Casa del Citarista, la Venere Marina e la Venere Lovatelli in marmo.
L’ambiente, avvolto da una luce azzurra, favorisce la percezione di una realtà immersiva, integrata da un video realizzato in collaborazione con il regista Riccardo Sansone.
Lo scorso aprile, l’artista fiorentino ha invaso parte del centro storico di Napoli con oltre quaranta opere: da Salvador Dalí agli autoritratti di Vincent van Gogh e Gustave Courbet, da Jeanne, la musa ispiratrice di Amedeo Modigliani in piazza Carolina, ad Amy Winehouse in via San Biagio dei Librai e Gesù, nei pressi del Museo Cappella Sansevero/Cristo Velato. Non mancano alcuni omaggi alla città, con la celebrazione in chiave contemporanea di Totò e Carlo III di Borbone.
PAROLA ALL’ARTISTA
Così sportelli e portoni di palazzi diventano vere e proprie opere d’arte da scovare e “instagrammare”. Il titolo della mostra è infatti anche l’hashtag ufficiale del progetto, #lartesanuotare, che Blub promuove in giro per il mondo, perché “nonostante ci si possa trovare in un mare di difficoltà, nella vita abbiamo sempre le risorse per imparare a nuotare. L’arte è una di queste risorse”, ha dichiarato l’artista in occasione della conferenza stampa al MANN, aggiungendo: “Ripropongo i personaggi che hanno trasmesso un esempio di grandezza in grado di sopravvivere ancora oggi, proprio sotto l’acqua, senza tempo”.
Un tipo di arte urbana lanciata nel 2013 a Cadaqués, in Catalogna, e che fino a oggi ha toccato, tra le altre, Lisbona, Amsterdam, Rio de Janeiro, Stoccolma, Barcellona, Roma, Venezia, Pisa, Mantova, Lucca, San Gimignano, Livorno, Lecce, Alghero, Cremona e Ravenna.
Quello proposto dal MANN, museo sempre più in crescita, come dimostrato dai numeri degli ingressi, è un dialogo fra passato e presente e un’occasione per ammirare i reperti storici custoditi dal museo in una veste contemporanea e “subacquea”. Quasi senza tempo, appunto.
‒ Fabio Pariante
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati