Fake news e connessioni illuminanti. Warren Neidich a Venezia
Zuecca Project Space, Venezia ‒ fino al 30 novembre 2019. La mostra personale dell’artista e teorico statunitense Warren Neidich accende letteralmente le luci sull’attuale questione delle fake news e su come, nell’era di Donald Trump, le concezioni di potere e di percezione della realtà siano radicalmente cambiate.
Rumor to delusion è il titolo dell’esposizione che Zuecca Project Space, sull’isola della Giudecca, dedica alla poliedrica figura di Warren Neidich (New York, 1958). Formatosi dapprima come neurologo, dal 1996 Neidich ha iniziato ad affacciarsi al mondo dell’arte contemporanea integrando la propria curiosità nei confronti della scienza all’interno della sua personale ricerca artistica. È proprio una meticolosa analisi verso ciò che trapela dai media odierni a rappresentare il fulcro di questa mostra tanto sottile quanto lampante. Il progetto muove infatti dal celebre aneddoto del Pizzagate: una fake news nata nel dicembre del 2016, ovvero subito dopo l’elezione di Donald Trump come Presidente degli Stati Uniti d’America. La notizia in questione, diffusa soprattutto su piattaforme quali 4chan e Twitter, riguardava un ipotetico giro di prostituzione e schiavitù infantile che avrebbe coinvolto in un colpo solo James Alefantis (personaggio molto vicino sia al partito democratico che alla scena gay/queer di Washington DC, nonché presidente della galleria d’arte Transformer e proprietario della pizzeria Comet Ping Pong), Hillary Clinton e John Podesta, l’allora capo della campagna elettorale della Clinton stessa. Un delirio “goliardico”, di matrice alt-right, che ha però portato il giovane fanatico Edgar Maddison Welch a fare irruzione – armato di fucile – nel locale di Alefantis (luogo dove si sarebbero svolti i misfatti a sfondo sessuale), con l’intenzione di farsi giustizia da solo ponendo fine alla scandalosa vicenda dai risvolti pedofili. Una sorta di Taxi driver contemporaneo, vittima però del potere manipolatorio di Internet.
LE RIFLESSIONI DI NEIDICH
Partendo da una lucida considerazione dell’attuale condizione politica degli Stati Uniti, le domande che si pone Neidich puntano l’attenzione sulla conseguente percezione della realtà, spronando lo spettatore a trovare le risposte attraverso le opere presentate, in particolar modo tramite il video Pizzagate: From Rumor to Delusion – reduce dall’ultima edizione del festival Transmediale di Berlino – e la suggestiva installazione Pizzagate Neon. A occupare lo spazio principale del centro espositivo è, per l’appunto, un’imponente e fluttuante mappa concettuale che ricorda al tempo stesso sia un cervello umano che il concetto di cloud. Un’intricata connessione di nomi e di terminologie. che trova nel medium del neon la sua configurazione perfetta. Un groviglio di dinamiche sociopolitiche che ha come vertice il principio dell’anonimato e che si estende fino a un emblema del mondo dell’arte come Marina Abramović (amica di John Podesta).
L’indagine di Neidich non si esaurisce però così facilmente: ad affiancare l’intero progetto vi sono una serie di incontri e il libro Glossary of Cognitive Activism, curato dall’artista stesso e pubblicato recentemente da Archive Books.
‒ Valerio Veneruso
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