Cosa accadrà nella quarta edizione del Festival del Paesaggio? Ce ne parlano i suoi due curatori
Manca poco all’apertura del festival di Capri e Anacapri, che quest’anno coinvolge numerosi artisti italiani sul macrotema della casa. Ce ne hanno parlato Arianna Rosica e Gianluca Riccio.
Sta per aprire i battenti la quarta edizione del Festival del Paesaggio (di cui vi avevamo già parlato l’anno scorso), che inaugura il 30 agosto 2019. Come di consueto, nei luoghi più caratteristici di Capri e Anacapri chiamando numerosi artisti e designer – emergenti e storici – a lavorare su un tema comune attraverso mostre, residenze e laboratori. Quest’anno, la parola d’ordine è “casa”, intesa come luogo fisico e mentale che viene declinato attraverso i lavori esposti, ricollegandosi allo stesso tempo anche alla storia delle dimore dell’isola: casa come ossessione o rappresentazione di sé, come un dono di accoglienza, come progetto, come slancio utopico, come abitazione provvisoria o come quotidianità, come studio d’artista. Al centro dell’evento, due mostre che portano lo stesso titolo: Casa come me (dal nome che lo scrittore Curzio Malaparte diede alla villa fattasi costruire nel 1938 a Punta Masullo, di fronte i Faraglioni), che si svolgeranno nella Villa Lysis di Capri e alla Casa Rossa di Anacapri. In mostra, le opere di Stefano Arienti, Paolo Canevari, Flavio Favelli, Liliana Moro, Adrian Paci, Luigi Presicce, Elisa Sighicelli, Paolo Gonzato, Alessandro Mendini, Enrico Prampolini, Francesco Simeti, Vedovamazzei e altri. La rassegna, infine, viene completata da proiezioni, incontri e residenze (il programma completo sul sito ufficiale). Qui, l’anticipazione del festival raccontato dai suoi curatori, Arianna Rosica e Gianluca Riccio.
Nella quarta edizione il tema portante sarà la casa. In cosa si differenzieranno le mostre a Villa Lysis di Capri e alla Casa Rossa di Anacapri?
Arianna Rosica: Il tema è quello della casa: casa non solo come architettura, ma anche come rifugio, luogo di ricerca e rappresentazione di sé e come ossessione. Le due sedi, nonostante appartengano a uno stesso periodo storico, sono completamente diverse. Villa Lysis, progettata nel 1905 da da Édouard Chimot e nota per essere stata la dimora del conte Fersen, è in stile neoclassico e coniuga elementi diversi. Costruita tra il 1886 ed il 1899, la Casa Rossa, caratterizzata da uno stile eclettico, prende il suo nome dal colore rosso pompeiano che la caratterizza e la rende inconfondibile.
Qual è stato il vostro approccio curatoriale?
AR: Abbiamo messo in dialogo le opere con i luoghi, cercando di recuperarne la storia, la memoria e proponendo le diverse suggestioni che gli artisti invitati hanno ricavato da queste dimore così famose e visitate. Anche per questo nelle due mostre si possono vedere artisti molto diversi tra loro per formazione, poetica ed età, che rispondono in maniera del tutto idiosincratica e personale agli stimoli del luogo e del tema proposto.
Tra gli artisti partecipanti vi sono nomi storicizzati dell’arte e del design. È importante per voi l’approccio multidisciplinare a questa tematica?
AR: Assolutamente, per noi è fondamentale. Sin dalla prima edizione abbiamo cercato di unire e mettere in dialogo discipline e linguaggi diversi: istallazioni, pittura, scultura, fotografia, video e design. Teniamo molto a questa ibridazione tra linguaggi differenti.
Perché?
AR: Siamo convinti che da questo dialogo possa scaturire una nuova, inedita, modalità di narrazione espositiva che, allontanandosi dal white cube, non gerarchizzi ma restituisca la complessità delle espressioni del contemporaneo. L’obiettivo è provare a fornire chiavi di lettura e interpretative non scontate del paesaggio, sia esso naturale o antropizzato.
Qual è stato il criterio di scelta degli artisti di queste mostre?
AR: Dopo aver scelto il tema che ogni anno caratterizza il Festival, iniziamo una ricerca sugli artisti che vi hanno lavorato che nella loro pratica e poetica possano avere affinità con esso. Alcuni degli artisti selezionati sono tra quelli che partecipano a Travelogue, residenza d’artista realizzata in collaborazione con il Capri Palace, che rientra nel programma del Festival.
Che rapporto avete con loro?
AR: Una cosa che ci piace sottolineare è il fatto negli anni abbiamo creato una sorta di fil rouge tra le varie edizioni, invitando ricorsivamente alcuni artisti, che di volta in volta si sono misurati con temi sempre nuovi e diversi. Anche questo è un modo per presentarne al meglio la produzione, mettendone in luce la complessità e poliedricità, non limitandosi a un solo momento espositivo.
Ci sono dei punti in particolare, nel programma che accompagnerà il festival, che vorreste raccontare?
Gianluca Riccio: Più che gli aspetti programmatici che accompagneranno il percorso di questa edizione, mi fa piacere sottolineare l’allargamento dei confini geografici del Festival grazie a un progetto espositivo unico ma declinato in due distinte mostre, ciascuna con un forte carattere e una precisa impronta curatoriale.
Ovvero?
GR: L’idea che quest’anno l’isola di Capri nel suo insieme sia toccata dal precorso che il Festival del Paesaggio ha avviato nel 2016, a mio parere non solo è la spia di un gruppo di lavoro che mostra sempre più di essere in grado di misurarsi con un territorio complesso, investito da dinamiche turistiche e commerciali dal fortissimo impatto ambientale e culturale, ma è anche l’indicatore di come quel progetto accolga in sé la necessità di riunire su un piano comune la storia – dei luoghi, del paesaggio e dei suoi abitanti – e il presente, attraverso l’opera degli artisti di volta in volta invitati a partecipare e a reinterpretarne la memoria.
-Giulia Ronchi
Festival del Paesaggio
dal 31 agosto al 27 ottobre
inaugurazione: 30 agosto
[email protected]
[email protected]
www.festivaldelpaesaggio.com
Casa Come Me
dal 31 agosto al 27 ottobre.
Villa Lysis
Via Lo Capo, 12
80076 Capri NA
Casa Come me
dal 15 settembre al 27 ottobre
Casa Rossa
Via Giuseppe Orlandi, 78
80071 Anacapri NA
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