Maschere e ambiguità. Michele Tajariol a Torino
La Fusion Art Gallery ‒ Inaudita, Torino – fino al 30 settembre 2019. La galleria torinese ospita “Corpo Estraneo”, la mostra personale di Michele Tajariol, vincitore dello States Of Mind_Prize a cura di Petra Cason Olivares.
“Costruire altri se stessi è la prima forma di rinuncia a sé”, così esordisce Michele Tajariol (Pordenone, 1985). Tra istanze individualiste e collettive, l’artista intesse delle relazioni – con l’altro, con sé – realizzando una maschera capace di (non) riconoscersi. In questo labirintico gioco di parole – parole che per Tajariol sono una Babele di sculture, fotografie, video – si gioca il ruolo del cacciatore e della preda, dell’interesse e dell’interessato. Un individuo si riconosce, specchiandosi nel vuoto di un altro se stesso: una maschera lo emancipa e lo vincola a un dialogo di temi sospesi e preposizioni dal referente ambiguo.
Non a caso si chiama alla cattedra la letteratura: spesso i poeti più affascinanti del Novecento (si pensi a Vittorio Sereni) hanno riportato dialoghi impossibili, con la speranza di raffigurare il bipolarismo della loro fiammante società di massa. Oggi, il nuovissimo avanza: la maschera diviene allora paradosso repellente e oggetto del desiderio, leitmotiv che ha trascinato l’artista alla sperimentazione a volte ingenua e a volte sentimentale. Con alcuni picchi di didascalismo – resi onerosi volontariamente –, la mostra è un piacevole sunto del percorso speculativo di Tajarol.
‒ Federica Maria Giallombardo
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