Pecci di Prato: le 4 stagioni del contemporaneo. Le novità del programma 2019/2020
Il Centro per l'Arte Contemporanea Luigi Pecci annuncia il programma della nuova stagione museale, all’insegna dell’arte italiana di ogni generazione e delle artiste donne. Da Fabio Mauri a Chiara Fumai
Molti artisti italiani di diverse generazioni, da Luca Vitone a Fabio Mauri; prime grandi personali in Italia di due artiste internazionali, la ottantacinquenne danzatrice toscana Simone Forti e Sister Corita Kent, suora, artista, educatrice e attivista della giustizia sociale nella California degli anni Sessanta e Settanta; il riallestimento della collezione permanente: sono questi gli highlight della nuova stagione del Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato, delineati dalla sua direttrice Cristiana Perrella. “Con il programma che annunciamo oggi, il Centro Pecci conferma la sua missione di luogo di ricerca aperto alle contaminazioni, alla molteplicità di sguardi, al dialogo di più voci. Creazione, conoscenza, innovazione sono obiettivi che il nostro museo si propone da sempre. L’intenzione è ora di perseguirli con un’attenzione particolare ai grandi temi del presente, alle “forze sismiche della contemporaneità”, convinti che l’arte possa darne una lettura illuminante”. Ogni stagione ha il suo nucleo di mostre, eccole nel dettaglio…
-Claudia Giraud
AUTUNNO 2019
La nuova stagione del Pecci si apre il 20 settembre con Sguardi cangianti, restituzione pubblica del laboratorio fotografico Caleidoscopio, rivolto a ragazzi tra 18 e 29 anni di provenienza mista – sia italiani che stranieri residenti a Prato – guidati dal fotografo ivoriano Mohamed Keita e altri esperti del settore. Prosegue a ottobre con la mostra diffusa dedicata a Eva Marisaldi (Bologna, 1966) per la Quindicesima Giornata del Contemporaneo: il museo ospiterà l’opera Untitled, 1999 che sarà esposta fino all’8 dicembre. L’8 novembre partirà The Missing Planet, il primo di una serie di riallestimenti della collezione messa in dialogo con prestiti da importanti collezioni private e pubbliche, curati da un guest curator (in questo caso Marco Scotini) e dal responsabile delle collezioni Stefano Pezzato. Sempre a partire dall’8 novembre verranno presentati i due progetti vincitori della quarta edizione del bando Italian Council del Mibac: Romanistan di Luca Vitone (Genova, 1964) e Bayt – Casa di Mario Rizzi (Barletta 1962).
INVERNO 2020
Con l’inverno si entra nel clou della programmazione: a partire dal 12 dicembre verrà riproposta una storica performance di Fabio Mauri: Che cos’è il fascismo. Presentata per la prima volta nel 1971 a Roma e non più rappresentata dal 1997, prende spunto dal ricordo della visita di Hitler a Firenze nel 1938 e consiste nella ricostruzione dei Ludi Juveniles – il saggio annuale di cultura fascista, arte e sport – organizzati per quell’occasione. Da febbraio, invece, una grande mostra celebrerà le ceramiche di Giò Ponti accostate a sculture di Francesco Vezzoli, di cui una parte site specific, in un allestimento progettato da Martino Gamper, designer e artista noto per il suo irriverente approccio ai grandi classici del modernismo.
PRIMAVERA 2020
Nella primavera del 2020 il Centro Pecci presenterà il secondo allestimento della collezione, con un focus sulla poesia visiva. Sempre a giugno si aprirà Senza Fretta, la prima grande mostra in Italia dedicata a Simone Forti (Firenze, 1935), artista, danzatrice, coreografa, teorica che ha ridefinito la relazione tra corpo e oggetti, movimento e scultura. In concomitanza con questa retrospettiva, curata da Luca Lo Pinto e sviluppata in stretta collaborazione con l’artista in occasione dei suoi 85 anni, si inaugurerà un’altra mostra inedita. Si tratta della prima personale in Italia di Sister Corita Kent (Fort Dodge, Iowa, 1918–Boston, 1986), suora della congregazione religiosa del Cuore Immacolato di Maria, artista, educatrice e attivista, il cui lavoro evolve da figurativo e religioso fino a incorporare immagini pubblicitarie, slogan e testi di canzoni popolari, diventando una riflessione di protesta sulla povertà, il razzismo e l’ingiustizia.
ESTATE 2020
La fine dell’estate 2020 vedrà l’apertura di un’ampia retrospettiva dedicata all’opera di Chiara Fumai, la cui pratica radicale ha contribuito a sviluppare sia i linguaggi della performance sia l’estetica femminista del XXI secolo.
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