In Memoria Futuro: Giacinto Di Pietrantonio ricorda il gallerista Cesare Manzo
Cosa si è fatto, cosa si poteva fare. Gli anni eroici di Fuori Uso. Le controversie. Il curatore Giacinto Di Pietrantonio ricorda Cesare Manzo
Cesare Manzo non c’è più da giorni che penso a cosa avremmo potuto fare ancora insieme. Infatti, con lui ho realizzato varie edizioni di Fuori Uso e alcune mostre in galleria. Sicuramente è stata la sua creatura più importante da cui siamo passati in molti e che per alcuni ha costituito l’esordio come Vanessa Beecroft, Maurizio Cattelan, Tino Sehgal, Alessandro Rabottini e Simone Ciglia, solo per citarne alcuni. Ma Fuori Uso ha costituito un banco di prova anche per artisti storicizzati, perché le condizioni avventurose e imprevedibili in cui si creavano queste mostre facevano si che si rimettessero in gioco. Questo piaceva molto agli artisti sempre alla ricerca di nuovi stimoli, di sfide diverse. Insomma Cesare sembrava volesse dimostrare che si potesse fare arte ed esporla anche al di là o non allineandosi del tutto al sistema dell’arte. Questa è stata la sua forza visionaria, ma anche il suo tallone di Achille, perché le istituzioni non hanno istituzionalizzato, dando solo sostegni spot. Lui sperava, visto il successo nazionale e internazionale di Fuori Uso, che questa potesse diventare un’istituzione essa stessa in modo da non dipendere ogni volta dalla provvisorietà sia dei luoghi che dai finanziamenti, che per dirla tutta Cesare era il primo sponsor, infatti per sostenere questo progetto ha venduto nel tempo anche due sue edicole.
MERITI ED ERRORI
Certo ha fatto anche degli errori: tutti, chi più e chi meno li facciamo. Ma se le istituzioni non lo avessero lasciato solo, ora avremmo a Pescara un’istituzione per l’arte contemporanea inserita nel dibattito nazionale e internazionale. Forse per questo va citato quanto detto da un altro caro amico, Getulio Alviani, che ha frequentato Pescara fin dalla fine degli anni sessanta che ha donato una grande opera realizzata a Fuori Uso del 1995: “Pescara l’ho considerata un unicum dove sorgevano nel bene e nel male cose grandi, di grandi dimensioni con un ingenuo coraggio… Basti pensare all’ex Aurum con Fuori Uso che non poteva nascere che a Pescara, come era nato negli anni ’70 ‘Il mondo delle idee’, con Mario Pieroni, una sorta di incoscienza sorprendente, buona, unica”. E allora tutti i sacrifici, follie, desideri di Cesare Manzo (compresa la sua morte) speriamo servano a far sì che le istituzioni realizzino quel desiderio di Fuori Uso in Uso. Almeno ora che Cesare non c’è più.
– Giacinto Di Pietrantonio
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