Morto Cesare Manzo, lo storico gallerista di Pescara che inventò Fuori Uso
Contribuì alla ricchezza artistica e sperimentale di Pescara a partire dagli anni ’60. La sua galleria, in attività per 48 anni, ha portato in Italia figure di spicco del panorama internazionale.
Era il 1966 quando aprì la Galleria Cesare Manzo in via Galilei 24, a Pescara. Una storia di 48 anni che ha attraversato i decenni e i cambiamenti culturali del panorama contemporaneo, introducendo in Italia figure importantissime come Boetti, Chia, Man Ray, Mattiacci, Montesano, Andy Warhol, Zorio e Pistoletto.
LA GALLERIA CESARE MANZO
“Un luogo, al tempo, pieno di stimoli e creatività, di giovani e di maestri affermati, di sogni e di progetti che spesso prendevano vita come nemmeno nelle più belle favole. All’epoca giocavo nelle retrovie, aiutavo a realizzare le installazioni, gli allestimenti, le opere, mi sentivo un viaggiatore in continuo cammino per i sentieri più innovativi dell’espressione artistica, toccandone con mano la materia costitutiva e respirandone ogni particella”, raccontava ad Artribune Luigi Franchi, in arte Zino, in una lettera aperta. “La galleria Cesare Manzo era un’esplosiva fucina di idee e confronti tutta tesa nella continua opera di sfornare le più strabilianti bizzarie del linguaggio artistico contemporaneo”. E poi, nel 2014, la storia della galleria giunge al suo esito, con una comunicazione laconica su Facebook: “La galleria Cesare Manzo chiude dopo 48 anni di attività”. Colpa della crisi, dei tanti debiti contratti che gli permisero però di mantenere in vita la sua amata attività, o dell’assenza di soci o finanziatori che Manzo aveva cercato per tanto tempo ma con scarsi risultati, pur sempre senza abbandonare quel piglio da sognatore audace che l’aveva portato a introdurre nella città abruzzese tanti personaggi di spicco (ci aveva raccontato tutto in questa intervista). Colpa probabilmente, anche dei guai con i falsi Frattali di Pistoletto che erano stati messi in circolazione, e che nel 2014 gli erano costati una condanna da parte del Tribunale.
GALLERIA CESARE MANZO: FUORI USO
La storia di Cesare Manzo non è legata esclusivamente a Pescara: tra il 1980 e il 1985 ha avviato una galleria a Milano, mentre dal 2007 al 2011 è stato a Roma, nello spazio di vicolo del Governo Vecchio. Tra le sue avventure più entusiasmanti c’è invece Fuori Uso nato a Pescara nel 1990, evento pioniere in Italia, fra i primi esperimenti di recupero creativo di spazi abbandonati, ex fabbriche, scuole, mercati, alberghi. L’ultima edizione si è svolta nel 2016 dopo quattro anni di assenza, con la collaborazione di circa 80 artisti provenienti da tutto il mondo e che fu per anni uno dei laboratori all’avanguardia di produzione culturale, realizzato in tandem con il curatore Giacinto Di Pietrantonio ed una importante squadra a supporto. Scrive di lui su Facebook Roberto Sala, colonna portante del magazine d’arte Segno, con sede proprio a Pescara: “Ho conosciuto Cesare quando avevo 14/15 anni. Io ragazzo di bottega (la rivista si faceva in modo molto artigianale allora) e lui distributore di giornali e gallerista alle prime armi. Andavamo spesso, insieme ai miei genitori e Guido Fusilli, a Roma per le inaugurazioni di mostre e ricordo di aver fatto diversi viaggi di ritorno, con lui col suo furgone della distribuzione, a Pescara arrivando giusto in tempo per la distribuzione dei quotidiani. Lo spazio espositivo era in via dei Marsi a Pescara. Io lo ricordo molto grande ma forse non lo era (la galleria intendo, Cesare era alto come me allora). Erano i tempi in cui a Pescara c’era ancora lo spazio di Peppino D’Emilio – Convergenze – e la galleria di Lucrezia De Domizio in via delle Caserme nel centro storico. Ricordo che ci faceva molto ridere il titolo su Il Tempo per la mostra di Andrea Carnemolla: “Da Manzo espone Carnemolla”. Poi arrivò la geniale idea di FuoriUso. Cesare riuscì a portare a Pescara (grazie anche alla collaborazione con Giacinto Di Pietrantonio) grandi nomi dell’arte contemporanea e giovani artisti che da li a poco sarebbero esplosi nel mainstream. Come tutte le belle storie però arrivano anche i dissapori che ci hanno allontanato, ma non è il caso di ricordarli qui.
Mi dispiace solo non aver mai chiarito con lui, ma gli ho voluto bene, tanto, lo stesso.
Grazie Cesare, riposa in pace!”. Un omaggio recente è invece stato realizzato dall’artista Matteo Fato nella sua mostra presso la Galleria Monitor. L’opera è esposta nella nuova sede di Pereto, in Abruzzo.
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