A Palermo la Biennale Arcipelago Mediterraneo 2019. La mostra diffusa a cura di Fondazione Merz
Il progetto curato dalla fondazione torinese conta di interventi e installazioni diffusi sullo storico quartiere della Kalsa, coinvolgendo i luoghi più suggestivi della città riletti da artisti nazionali e internazionali. Le immagini
Torna a dialogare con l’arte contemporanea il centro storico di Palermo, attore principale di BAM – Biennale Arcipelago Mediterraneo, kermesse fondata e diretta dall’ex Assessore alla Cultura del Comune di Palermo Andrea Cusumano e appena inaugurata nel capoluogo siciliano. Un dialogo iniziato due anni fa in occasione della prima edizione della biennale palermitana, e cresciuto lo scorso anno durante Manifesta 12. Piazza Magione, il Teatro Garibaldi, lo Spasimo, la Chiesa dei SS. Euno e Giuliano sono i luoghi che tornano a ospitare opere e installazioni di ÜberMauer – è questo il titolo di BAM 2019, la cui programmazione quest’anno è curata da Fondazione Merz e Transeuropa Festival –, a cui si aggiungono le “new entry” Teatro Bellini, Convento della Magione e la Sala sopra le Mura dello Spasimo. E sembra proprio che quella della mostra diffusa, che vede Palermo e i suoi suggestivi spazi diventare palcoscenico d’eccezione (ma anche decisamente impegnativo) per l’arte contemporanea, possa diventare la cifra stilistica – se non addirittura un format – per eventi ed esposizioni di carattere internazionale, mettendo alla prova artisti nel misurarsi con gli spazi e nello sperimentare all’interno di essi differenti media e soluzioni formali e installative.
LA MOSTRA DI FONDAZIONE MERZ PER BAM 2019 A PALERMO
Ed è ciò che accade nella mostra diffusa curata da Fondazione Merz. Driant Zeneli, all’interno della Chiesa dei SS. Euno e Giuliano, affronta i temi del fallimento e dell’utopia raccontando la storia di suo padre nel video When I grow up I want to be an Artist (2007), visibile della cripta della chiesa, mentre negli ambienti superiori il video Too late (2008) è una riflessione (per certi aspetti involontaria) sulla mutevolezza e l’imprevedibilità del tempo; Damián Ortega e Giuseppe Lana, attraverso due installazioni a Piazza Magione, riflettono sul concetto di limite, installando rispettivamente un muro e alcune barriere meccaniche. Stranieri ovunque è invece il titolo della serie di insegne al neon del collettivo Claire Fontaine, da scoprire in diversi luoghi disseminati per il quartiere Kalsa; per poi passare alla grande installazione di Alfredo Jaar al Teatro Bellini e ai video di Shirin Neshat alla Sala sopra le mura dello Spasimo. Ed è proprio qui, nella poderosa quanto struggente “chiesa senza tetto” di Palermo, che si trova probabilmente l’opera più toccante dell’intera biennale: le paresti dello Spasimo diventano protagoniste del lavoro video di Michal Rovner, un susseguirsi di ombre di figure umane in cammino che si dirigono tra crepe e fratture, quelle create dall’artista e quelle realmente esistenti all’interno dell’architettura. Un momento di poesia visiva, il cui messaggio è immediato, e in cui la struggente bellezza dello Spasimo ne amplifica la malinconica potenza.
– Desirée Maida
Palermo // fino all’8 dicembre 2019
BAM – Biennale Arcipelago Mediterraneo
Sedi varie
www.fondazionemerz.org
www.transeuropafestival.eu
www.bampalermo.com
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