Arte contemporanea e inclusione sociale. A Siena il progetto “Racconti dal margine”
A cura del duo artistico Bik Van Der Pol e Antonia Liguori, il progetto mira a coinvolgere con i linguaggi dell’arte contemporanea le comunità marginalizzate di Siena
Riflette sul concetto di margine – inteso in senso geografico, sociale, economico o percepito – Racconti dal margine, progetto ideato dal Siena Art Institute e curato dal duo artistico Bik Van Der Pol (Liesbeth Bik e Jos van der Pol) e Antonia Liguori, finalizzato al coinvolgimento delle comunità marginalizzate di Siena attraverso l’arte. Nelle ultime settimane i Bik Van der Pol, in residenza a Siena, sono entrati in contatto con diverse realtà del territorio, guidati da artisti e operatori del Siena Art Institute: un percorso che li ha portati a conoscere le comunità “marginali, emarginate o marginalizzate”, con lo scopo di creare legami sociali attraverso la creatività e l’arte contemporanea. Carcerati, anziani e persone con disabilità sono i protagonisti del progetto che, nel suo farsi, ha dato vita a incontri, dibattiti e conversazioni che hanno coinvolto artisti emergenti e professionisti. Quanto accaduto durante il periodo di residenza dei Bik Van Der Pol – interviste, tracce sonore, le registrazioni audio e video degli incontri e delle attività svolte – sono raccontate e raccolte attraverso lo strumento dello storytelling digitale curato da Antonia Liguori, e sarà presentato al pubblico il 29 novembre in due momenti: dalle ore 14 fino a sera in diretta radio su RadioArte (che ha collaborato alla realizzazione di Racconti dal margine) e nel pomeriggio all’Istituto superiore di studi musicali “Rinaldo Franci” di Siena dove saranno realizzate anche interviste live con personaggi e rappresentanti delle diverse comunità locali.
RACCONTI DAL MARGINE. IL PROGETTO A SIENA
Il progetto ‘Racconti dal margine’, promosso dal Siena Art Institute, si è svolto in due fasi”, spiega ad Artribune Antonia Liguori. “Il primo momento si è sviluppato attraverso un workshop con i docenti e gli educatori che lavorano con comunità identificate come al margine, come ad esempio gli operatori di una casa di riposo, educatori che propongono progetti di creatività all’interno del carcere, insegnanti del Siena Art Institute che svolgono attività di volontariato perle comunità locali. L’idea è stata quella di utilizzare la metafora delle mura per ragionare su cosa intendiamo per margine, e sono uscite fuori storie e voci più disparate: il tema della vita e della morte secondo gli anziani e gli operatori che lavorano nelle case di riposo, o anche la storia di una clinica per cavalli, che ci ha permesso di affrontare il tema del margine non solo per gli esseri umani ma anche per gli animali”. Il progetto rappresenta quindi un modo per riflettere su concetti e situazioni che riguardano il sociale, ma anche per recuperare la memoria del passato: “una signora ci ha raccontato un suo ricordo, ovvero della sua abitudine di andare a lavare i panni al fiume. Gli operatori hanno così ricostruito la storia in un video, con la voce narrante della donna”.
LO STORYTELLING DIGITALE
Le interviste e i video di Racconti dal margine sono stati realizzati attraverso lo storytelling digitale, narrazione che conta di 5 step: “di solito si comincia stimolando il racconto delle storie attraverso gli oggetti: i partecipanti portano oggetti personali oppure utilizziamo oggetti museali provenienti da collezioni, riuscendo così a fare empatizzare le persone con l’arte attraverso il ricordo di storie personali”, ci spiega Liguori. “La fase successiva consiste in un lavoro di scrittura creativa, con un testo di circa 250 parole che poi viene letto e registrato nel video. In alcune delle storie la parte della scrittura non è avvenuta a causa di disabilità o altro. E infine si passa al videoediting: durante questa fase ad esempio alcune persone anziane hanno collaborato con gli studenti del liceo classico locale per montare e realizzare i video”.
– Desirée Maida
Siena // 29 novembre 2019 – dalle 14 alle 18:30
Racconti dal margine
RadioArte e Istituto “Rinaldo Franci”
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