Palazzo della Ragione, Bergamo – fino al 6 gennaio 2020. L’indagine sul corpo è antica quanto l’umanità e con l’umanità è cambiata, evolvendosi in un sistema di percezioni complesse. Sul tema indaga una raffinata selezione di opere contemporanee, creando un dialogo senza tempo.
Il Palazzo della Ragione, nel cuore di Città Alta, è costituito da affreschi e solide pietre. Conserva in sé la bellezza di una resistenza lunga centinaia di anni. In questa cornice preziosa, carica di storia, prende vita la mostra Il corpo insensato, a cura di Stefano Raimondi e organizzata da The Blank Contemporary Art. Le pareti della Sala delle Capriate entrano in dialogo con le opere di alcuni fra i più importanti artisti contemporanei: parlano del corpo, della sua essenza e del suo cambiamento nella percezione collettiva.
Il corpo, involucro del sentire umano, è legato all’arte da nodi atavici e, insieme a essa, è stato carnefice e vittima di un’evoluzione materiale e spirituale attraverso lo scorrere del tempo. Questo cambiamento non permette di considerare il corpo come uno, come singolarità perfetta: i corpi sono tanti e diversi, il corpo è plurale. Così appaiono le rappresentazioni femminili di Vanessa Beecroft, i molteplici sguardi verso ere successive di Mariella Bettineschi e le espressioni mutevoli nei lavori di Mimmo Jodice. Il movimento delle opere di Eva Marisaldi parte da figure invisibili, riconoscibile e vicina è la potenza catturata in un volto da Bill Viola.
Vanessa Beecroft, vb.b.010, ed.3, 2015. Courtesy Galleria Massimo Minini, Brescia. Photo credit Andrea Gilberti & Alberto Petrò
CONTRADDIZIONI E SIGNIFICATI
La vasta pluralità delle forme assunte dal corpo contiene il germe della contraddizione: il corpo è, dunque, insensato. È l’esito estremo delle battaglie che l’umanità ha combattuto, non sempre armata della forza necessaria a conservare il significato dell’esistenza. Sono la ricerca ostinata di un senso o l’arrendevolezza consapevole di fronte alla mancanza di esso gli elementi fondanti i lavori di gran parte degli artisti invitati.
Il dialogo intenso e articolato, che nasce dall’accostamento di opere fortemente eterogenee, non segue una logica narrativa sequenziale. Questa peculiarità rispecchia la mancanza di sezioni all’interno del percorso espositivo ed è destabilizzante soltanto a una prima analisi: in verità, la contaminazione tra pensieri diversi è sia rappresentativa della filosofia alla base dell’allestimento, sia generatrice di un’idea di corpo nuova, ancora una volta.
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‒ Linda Taietti
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Linda Taietti
Nata nel 1991, vive a Bergamo e Milano, dove studia Lettere moderne alla Statale, dopo una laurea triennale in Filologia romanza. Oscillando fra il richiamo del passato e l’interesse per la contemporaneità, legge e scrive. Predilige in particolar modo la…