Champagne, Art Nouveau, design e arte contemporanea. La storia della Maison Perrier-Jouët
La prestigiosa Maison di Champagne, fondata nel 1811, fin dalla sua nascita ha accostato l’amore per i vini con la passione per l’arte contemporanea. Connubio che, a partire dallo stile Liberty, continua fino a oggi. A partire dall’apertura della Maison Belle Epoque. Il Direttore di Perrier-Jouët Italia ci racconta la storia
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È all’insegna di un legame indissolubile, quello tra l’amore per il vino e la passione dell’arte, che si fonda la storia di Perrier-Jouët, prestigiosa Maison di Champagne fondata nel 1811 da Rose-Adélaïde Jouët e Pierre-Nicolas Perrier e conosciuta in tutto il mondo per i suoi vini floreali, fortemente caratterizzati dalla presenza dell’uva Chardonnay. Ciò che rende speciale la storia di Perrier-Jouët non è soltanto la cura con cui, dall’Ottocento, la Maison produce i suoi vini, ma anche il rapporto che questi instaurano da sempre con l’arte: risale al 1902 la realizzazione, da parte del pioniere dell’Art Nouveau Emile Gallé, dell’anemone per la Cuvée de prestige Perrier-Jouët Belle Époque, diventato emblema della Maison. La relazione tra Perrier-Jouët e l’arte prosegue fino a oggi, con importanti commissioni ad artisti contemporanei invitati a interpretare secondo i propri stili, linguaggi e sensibilità i temi cari alla Maison, ovvero Natura e Arte, in particolare il Liberty. Qualche esempio? Daniel Arsham, Noé Duchaufour-Lawrance, Miguel Chevalier, Makoto Azuma, Tord Boontje, Studio Glithero e Simon Heijdens, Vik Muniz, mischer’traxler, Ritsue Mishima, Andrew Kudless, Luftwerk e Bethan Laura Wood.
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Perrier-Jouët – Maison Belle Époque. Oeuvre L’eternel Printemps by Rodin
PERRIER-JOUËT. LIBERTY, ARTE CONTEMPORANEA E LA MAISON BELLE ÉPOQUE
Le esperienze sensoriali ed estetiche, declinate in tutte le loro forme, sono quindi alla base della visione di Perrier-Jouët, che ha fatto della bellezza il presupposto, lo strumento e anche il fine della propria ricerca. Conferma questa Weltanschauung un altro importante tassello della storia di Perrier-Jouët, la Maison Belle Époque a Epernay, un tempo residenza di Pierre-Nicolas Perrier e Adélaïde Jouët, trasformata nell’attuale destinazione d’uso nel 1990 per volontà di Pierre Ernst, attuale Presidente e CEO di Perrier-Jouët. La maison è stata recentemente restaurata di tutto punto e dotata di una foresteria che ospita i fortunati ospiti e clienti della compagnia. Al suo interno è custodita una tra le più straordinarie collezioni di Art Nouveau al mondo, con opere, tra gli altri, di Majorelle, Guimard, Lalique e Rodin. A raccontarci la storia della Maison è Leo Damiani, Direttore Perrier-Jouët Italia, con il quale abbiamo anche parlato del rapporto dell’azienda con l’arte contemporanea.
Potrebbe raccontarci come nasce la Maison Perrier-Jouët e il suo interesse per l’arte?
La Maison Perrier-Jouët nasce dall’amore tra Rose-Adélaïde Jouët e Pierre-Nicolas Perrier che nel 1811, anno della Cometa, realizzano il loro sogno e fondano la loro Maison de Champagne. La prima cuvée realizzata sarà battezzata Vino della Cometa, annata straordinaria. La passione per la Natura e l’interesse per l’Arte sono caratteristiche che accompagnano i fondatori della Maison Perrier-Jouët e i loro successori: Nel 1900 a Parigi si svolgono in contemporanea le Olimpiadi estive e l’Exposition Universelle. È molto probabile che in questo contesto Octave Gallice, nuovo erede della Maison, abbia incontrato e commissionato a Emile Gallé le magnum decorate che arriveranno a Epernay nel 1902 con i famosi anemoni giapponesi, divenuti nel 1969 simbolo della Cuvée Belle Époque.
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Perrier-Jouët – Maison Belle Époque
In che modo l’estetica dello stile Liberty ha influenzato l’immaginario della Maison?
La filosofia dell’Art Nouveau, stile Liberty in Italia, rimane tuttora al centro della linea estetica e stilistica di Perrier-Jouët, ovvero opere che si ispirano alla Natura e ai suoi processi, opere che portano bellezza nella vita quotidiana, opere dette “totali” che cancellano le frontiere tra le varie discipline e infine opere che valorizzano il lavoro artigianale.
Qual è la storia della Maison Belle Époque e della collezione Liberty custodita al suo interno?
Nel 1980, 20 anni dopo aver riscoperto nelle cantine le magnum decorate da Emile Gallé e 11 anni dopo il lancio e il successo della Cuvée Belle Époque, gli allora Direttore Commerciale e Amministratore Delegato della Maison, esteti e amanti dell’arte, danno il via a un progetto folle: costituire una collezione privata di mobili e oggetti Art Nouveau. Entrambi sentivano la necessità di poter ospitare i loro clienti e amici in un ambiente in stile Art Nouveau. La residenza personale dell’AD dell’epoca divenne così la “Maison Belle Époque” e custodisce al suo interno opere e oggetti, tra gli altri, di Hector Guimard, Louis Majorell, Jacques Gruber, Daum, Toulouse-Lautrec, Gallé. La Maison Belle Époque accoglie ancora oggi ospiti internazionali importanti.
Come continua nel corso del Novecento il rapporto tra la Maison e l’arte e quale tipo di progetti avete realizzato con gli artisti contemporanei? Quale linea estetica e stilistica viene perseguita dalla Maison?
Da allora la Maison Perrier-Jouët non ha mai più smesso di collaborare con artisti (Makoto Azuma, Tord Boontje o Vik Muniz) e designer contemporanei che si ispirano alla filosofia dell’Art Nouveau. Dal 2012 Perrier-Jouët è partner della fiera internazionale Design Miami. In questa occasione ogni anno viene commissionata un’opera a un giovane designer, che viene svelata ed esposta durante la fiera per poi raggiungere la collezione Perrier-Jouët a Epernay. Dopo le installazioni dello Studio Glithero, del duo mischer’traxler o di Bethan Laura Wood, nel 2019 per la prima volta sarà un designer italiano, Andrea Mancuso dello studio Analogia Project, a creare un progetto ispirato agli champagne Perrier-Jouët.
– Desirée Maida
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