L’anima e la visione. Pino Pingitore a Catanzaro
MARCA, Catanzaro – fino al 31 gennaio 2020. La carriera di Pino Pingitore e i suoi legami con il territorio calabrese sono al centro della mostra allestita al MARCA di Catanzaro.
L’anima e la visione 1969-2019. 50 anni tra ricerca artistica e progettazione grafica è il titolo della personale di Pino Pingitore (Spezzano della Sila, 1953) proposta dal MARCA – Museo delle Arti di Catanzaro, a cura di Giorgio Bonomi e Luigi Polillo.
La mostra espone sui due piani del museo un’ampia selezione di opere, in grado di esplorare le diverse anime creative dell’artista. Tutti i lavori sono uniti da un filo conduttore unitario che, nonostante la diversità delle tecniche e la suddivisione degli spazi, non separa la figura del grafico pubblicitario da quella dell’artista visivo. Al contrario, evidenzia come l’autore utilizzi estetiche e modalità che, seppur differenti, sono ugualmente pensate da un uomo che crede fortemente nella forza della pittura e nell’inventiva della grafica.
DAL GRUPPO MAUTHAUSEN ALLA SERIE DEGLI SCRIGNI
Il percorso espositivo parte con la documentazione dell’esperienza del Gruppo “Mauthausen”, nato a Catanzaro nel 1974 dall’iniziativa di otto giovani artisti (Antonio De Fabritiis, Antonino Martelli, Franco Ferlaino, Pino Lavecchia, Franco Tolomeo, Paolo Pancari, Corrado Rotundo e Pino Pingitore), uniti con lo scopo di trasformare la loro città in un centro propulsivo di aggregazione intorno all’arte, caratterizzata più dal confronto e dall’idea progettuale collettiva che dall’univocità stilistica. A testimonianza di questa esperienza Pingitore presenta il manifesto del gruppo ideato in occasione della mostra Catanzaro 74. Alternativa di un gruppo e alcune immagini dell’opera estetico-multimediale dal titolo La violenza oggi… ed un’ipotesi di pace, realizzata in gran parte con materiale di recupero e collocata sui 400 metri quadrati del pianoterra del Palazzo della Provincia nel 1974. Inoltre, nella stessa sala sono fruibili le foto delle installazioni, esibite nella mostra Permanenze 1974-2014, allestita al MARCA per il quarantennale della formazione del gruppo.
Nella seconda sala è collocata una serie di opere pittoriche del 1985, in cui Pingitore si esprime con forme geometriche e line curve in movimento, nelle quali è evidente un gesto informale, che restituisce in composizioni controllate, dal forte senso di equilibrio e da un ritmo ordinato. Si prosegue con l’opera dal titolo Omaggio al grande Nero (1988), che ‒ come scrive in catalogo Giorgio Bonomi ‒ “contiene in sé due richiami, inconsci ma significativi, a due grandi della storia dell’arte contemporanea, Piet Mondrian e Alberto Burri”. Quest’ultima opera introduce a una serie di lavori di qualche anno dopo, in cui sono ancora evidenti i colori e le pennellate di carattere informale, ma costruiti con segni che evocano strutture architettoniche e visioni prospettiche. Presenti in mostra anche la serie degli Scrigni del 1993 e alcuni lavori materici, in cui, pur essendo chiaro il riferimento alle suggestioni dell’Arte povera, non mancano la regolarità, l’ordine e le campiture monocromatiche.
GLI ASTRATTI FLUIDI
Nell’ultima sala del secondo piano del museo è esposto un nutrito numero di dipinti su tela di grande e piccolo formato, che Pingitore inizia nel 2008, intitolati Astratti fluidi, in cui la linearità orizzontale e verticale si alterna in un rigore sinfonico tra colori e luci. Queste opere ‒ scrive Luigi Polillo – “sono generate dalla dissoluzione di un frammento estetico ‘s-digitalizzato’, inserendosi in una rivoluzione identitaria della società e dell’arte contemporanea connessa appunto ai nuovi mezzi di comunicazione di massa”. Tele sulle quali affiorano elementi esaminati e ideati dall’artista al PC e poi riconsegnati in una ricercata mutabilità e fluidità cromatica del soggetto, che lascia al fruitore il margine per fantasticare e creare possibili modi paralleli.
LA GRAFICA
Infine nel seminterrato trovano spazio i lavori di progettazione grafica suddivisi per aree tematiche: si va dai marchi aziendali e non, passando per i manifesti e i decori fino ad arrivare ai lavori di impaginazione e packaging. “La produzione pittorica e i lavori di Pingitore grafico” ‒ sottolinea Raffaele Orlando ‒ “restituiscono intatta l’esigenza di plasmare la realtà per ricavarne visioni differenti. Pingitore, senza mai rinnegare il proprio percorso artistico, ne esalta la forza di sintesi narrativa legandola alla componente estetica e funzionalista della grafica pubblicitaria”.
Quest’ultima sezione dà sfoggio alla capacità tecnica-creativa dell’autore ed evidenzia il legame con una committenza privata del suo territorio, che in questi anni gli ha permesso di scoprire e ideare “segni coscienti”, dei quali ama il valore estetico, etico, educativo e di comunicazione. Lavori che pongono l’autore costantemente al servizio dell’uomo imprenditore e, allo stesso tempo, dell’uomo in cerca di una bellezza creativa, che solo il connubio tra pittura e segno grafico riesce a restituire.
‒ Giovanni Viceconte
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