Inquietudini e quotidianità. Silvia Argiolas a Bari

Microba, Bari – fino all’11 gennaio 2020. L’artista originaria di Cagliari e residente a Milano Silvia Argiolas porta a Bari il suo immaginario perturbante. Fatto di una quotidianità irregolare.

Non puoi fare una frittata senza rompere le uova. È grosso modo questo, in italiano, il titolo della mostra di Silvia Argiolas (Cagliari, 1977) presso la galleria Microba di Bari. Come dire, prenditi qualche rischio, e non vivere in una sorta di cristallizzazione, tradotto in quella che appare quasi come una massima zen. Meno zen sono invece le opere della Argiolas, che mette fin da subito in difficoltà il visitatore riempiendo lo spazio e lasciando che sia difficile percorrerlo. Sul pavimento è disteso un grosso tappeto antropomorfo dal quale oggetti, arti, volti e scintille eruttano con un effetto biomorfo – sembra quasi che nuove forme di vita si autogenerino e fuoriescano dagli spazi dell’opera in un costante ciclo naturale. Il riferimento all’arte classica, che si realizza nella struttura della mostra e in alcune forme che l’artista utilizza, torna nel vaso reinterpretato che accoglie all’ingresso e si dipana lungo tutto il perimetro della galleria, come un fregio narrativo fatto di cartoline 10×15.

Silvia Argiolas. You can’t make an omelet without breaking some eggs. Exhibition view at Microba, Bari 2019

Silvia Argiolas. You can’t make an omelet without breaking some eggs. Exhibition view at Microba, Bari 2019

LE OPERE DI SILVIA ARGIOLAS

Su tutte le superfici, siano quelle dei quadri o quelle degli oggetti disseminati qua e là, sono costanti l’idea dell’accumulo e un universo intimo e perturbante animato da figure per lo più femminili, tipi umani, ma anche stereotipi di donne oscure, viste con gli occhi degli altri.
La frittata cucinata da Silvia Argiolas”, spiega il curatore Nicola Zito, “che l’artista apparecchia in uno spazio espositivo lasciato volutamente imperfetto e trasformato in un ambiente domestico, assume dunque le sembianze di un composito, irregolare affresco della dimensione casalinga, un universo non più parallelo, ma di fatto contingente alla realtà di tutti i giorni”. Qui l’artista, una sorta di Alice in Wonderland ancora più dark – in galleria peraltro sono presenti anche un paio di orologi a ricordare il testo di Lewis Carroll – apre la porta di casa e invita a scoprire il suo spazio privato. Mettetevi scomodi.

Santa Nastro

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Santa Nastro

Santa Nastro è nata a Napoli nel 1981. Laureata in Storia dell'Arte presso l'Università di Bologna con una tesi su Francesco Arcangeli, è critico d'arte, giornalista e comunicatore. Attualmente è vicedirettore di Artribune. È Responsabile della Comunicazione di FMAV Fondazione…

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