Dominatrici e guerriere. Sono le donne fotografate da Bryn DC
Sono mascoline e bellicose le figure femminili ritratte dal Bryn DC. Lasciando presagire una guerra dei sessi ben lontana dal concludersi.
Con un nomignolo che ci si suggerisce augurale (cincin!), il fotografo e artista multidisciplinare di Melbourne Bryn DC, in realtà specializzato in ritrattistica, si è però fatto notare in modo speciale con una nutrita serie di immagini che sollevano qualche interessante questione. Sono ritratti femminili, ma che di femminile, almeno secondo il comune sentire, hanno ben poco. Sono tutte belle donne, giovani, le cui fattezze in origine leggiadre appaiono invece mascherate pesantemente da minacciosi parafernalia guerreschi. Tanto per cominciare, politicamente scorrettissime, fumano quasi tutte, meglio se grossi sigari dall’odore certo pesante. E poi tute impolverate, maglie sdrucite, volti sporchi o pitturati aggressivamente, elmetti, maschere antigas, armi automatiche imbracciate, bandoliere, occhialoni da deserto, tutto molto in stile Mad Max o, peggio, antichi sciamani con terrorizzanti facce di teschio.
Il titolo a ombrello è Future Fatigue, richiamante quindi una situazione a venire faticosa da reggere. Guerra tra i sessi? Te ne sorge, eccome, il sospetto. Queste donne sono mascoline, sono bellicose, sono violente, sono nemiche, sono apocalittiche. O sono, più esattamente, un nuovo prototipo di femminilità mascolina, bellicosa, violenta, nemica, apocalittica? L’uomo che le guarda si pone il problema, non c’è dubbio.
LE FOTOGRAFIE DI BRYN DC
Al di là del riuscito gioco allestitivo delle immagini – Bryn DC si intende e da professionista si occupa di costumistica, maschere, make-up, effetti speciali – si capisce bene che c’è qualcos’altro dietro. La battaglia dei sessi è qui messa in scena spettacolarmente come in uno spudorato, ma accurato, film di serie B. Dove protagoniste assolute ed esclusive sono queste bande di sbandate, mentre gli uomini restano totalmente esclusi dal campo visivo. Ma è evidente che è a questi ultimi che il baraccone è indirizzato in ultima analisi, a solleticare quel non so che di masochistico che carsicamente fa capolino nel sentimento generale della cultura anglosassone.
Lo squadrone delle dannate non è che una propagante intumescenza dell’immortale figura della dominatrix. In questi casi senza bustini di pelle nera, manette o frustino, ma siamo sempre lì, in zona malessere/benessere della soggezione: una condizione che il maschio contemporaneo è ormai portato a provare – sociologicamente – più che in passato. E rieccoli dunque, quei poveri maschietti poco virili, a ritrovarsi rovesciati con le natiche rosse infiammate, oscillanti tra dolore ed eccitazione, proni sulle ginocchia della implacabile sculacciatrice di turno. “E ben mi sta!”, ognuno di loro pensa.
‒ Ferruccio Giromini
Articolo pubblicato su Artribune Magazine #52
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