La galleria massimodeluca di Mestre cambia nome. Nasce la Marina Bastianello Gallery
Non un cambio di identità, ma una svolta nella storia della galleria che finalmente prende il nome di colei che da sempre ne dirige le attività. Ci siamo fatti raccontare il perché
La storia del nome di questa galleria di Mestre è in effetti sempre stata un po’ particolare. Nata nel 2012 per volontà di Massimo De Luca e Marina Bastianello la galleria è sempre stata identificata da tutti con il volto di quest’ultima: una signora che ci ha messo la faccia e tanto lavoro e che finalmente nel 2020, dopo otto anni di attività, ha deciso di dare il proprio nome alla creatura. In una Mestre che nell’ultima decade è molto cambiata (non più periferia di Venezia, ma interessante hub creativo e culturale)…Ci siamo fatti raccontare dalla Bastianello le ragioni di questo grande passo.
Prima collettiva nella storia della galleria massimodeluca. Per segnare un passaggio epocale…
Esattamente. Questa collettiva vuole confermare l’importanza dell’eredità del lavoro realizzato dalla galleria massimodeluca e l’impegno a portare avanti la ricerca con nuova forza ed entusiasmo.
Cambia solo il nome o ci sono altri cambiamenti in atto?
Non è un mutamento d’identità. Cambia il nome della galleria, ma non cambiano il mio impegno e la mia passione: continuerò, come ho fatto negli ultimi 8 anni, a credere con tutta me stessa nei nuovi talenti e a lottare per far esprimere gli artisti capaci di conquistarmi con il loro lavoro.
Perché hai deciso di fare questo grande passo?
Ho deciso di farlo per una conferma, per ricomporre la discrepanza tra la denominazione della galleria e chi la guida: ora non ci saranno più dubbi. Citando il pensiero scritto da un mio carissimo amico curatore, raccolto insieme ad altri in un piccolo libriccino che ho consegnato a tutte le persone vicine alla galleria, «era eccentrico, infatti, che essa avesse un nome maschile mentre in galleria sono sempre state solo donne.»
Come è nata la galleria?
La galleria è nata nel 2012 dalla mia volontà e da quella di Massimo De Luca. Dal 2013 a oggi è rimasta sempre sotto la mia guida. La caratteristica originaria della galleria è stata quella di rappresentare quasi esclusivamente artisti nati (anagraficamente) dagli anni ‘80 in poi, seguendoli passo dopo passo e costruendo in questo modo un fulcro culturale per talenti emergenti, diventando punto di riferimento anche per i curatori sensibili ai futuri artisti.
Mestre nel corso di questi otto anni è molto cambiata, da città dormitorio a luogo effervescente….
Non ho mai pensato che Mestre fosse una città dormitorio: ritengo invece sia un incubatore culturale dalle forti potenzialità. La mia galleria con la sua ricerca nella terraferma va di fatto a valorizzare il concetto di città metropolitana: credo infatti che l’unione territoriale sia un beneficio comune e che porti un vantaggio nel creare una più vasta rete di conoscenze, aumentando così la consapevolezza del periodo storico che stiamo vivendo.
Dall’anno di fondazione della galleria come è cambiata la tua attività?
La galleria si è evoluta, siamo cresciuti, e quando i tempi sono stati maturi ci siamo trasferiti in un nuovo spazio all’interno dell’M9 district. Questo ci ha portato a conoscere un pubblico più internazionale dando più visibilità agli artisti. Ma il cuore della mia attività non cambia: continuo a cercare nuovi artisti promettenti, a sostenerli, a gioire quando spiccano il volo.
Cosa significa fare il gallerista oggi?
Essere un gallerista è certo una professione, con tutto quello che ne consegue: servono esperienza, formazione, continuo aggiornamento, curiosità. Ma è soprattutto una passione sconfinata, un impegno, una missione.
– Santa Nastro
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