Augustin Rebetez e le sue fiabe inquietanti in mostra a Roma
1/9 unosunove arte contemporanea, Roma ‒ fino all’8 febbraio 2020. Per la sua prima personale a Roma, il giovane artista elvetico espone un progetto multiforme fatto di fotografie, video, dipinti, sculture, che indaga il lato bizzarro e inquietante della realtà.
Fra realtà, immaginazione e universo mistico-simbolico, Augustin Rebetez (Delémont, 1986) costruisce una narrazione artistica che ha il sapore del Surrealismo letterario di Lautréamont e del teatro di Samuel Beckett. La mostra è pensata come un percorso ancestrale e immaginifico fra oggetti disfunzionali, totem androgini antropomorfi, animali che sembrano usciti dai bestiari medievali, immersi in un’atmosfera da “fiaba nera” intrisa di un’inquietante senso d’attesa. L’impressione è quella di stare aggirandosi in un “mondo rovesciato”, posto al di là del proverbiale specchio. Immagini inquietanti che però muovono anche alla risata, con quella ludica ricerca del bizzarro che appartiene al metodo dadaista, ma che poi si rivela paradossale modus operandi della vita quotidiana. Da questo punto di vista, Rebetez sviluppa una bonaria critica sociale, un’operetta per immagini dove gli Arlecchini sopravanzano i sacerdoti e l’assurdo s’impone sul razionale.
‒ Niccolò Lucarelli
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