Bari rende omaggio a Chiara Fumai con una grande retrospettiva
Teatro Margherita, Bari – fino al 6 marzo 2020. Occhi puntati sulla mostra dedicata a Chiara Fumai, nella città in cui scomparve. Il percorso espositivo a cura di Antonella Marino e Francesco Urbano Ragazzi la ricorda dal 2011 a oggi. Il 22 febbraio l’Università degli Studi di Bari ospiterà una giornata di approfondimento dedicata all’artista.
Sono tanti gli omaggi che il mondo dell’arte sta dedicando a Chiara Fumai, artista scomparsa tristemente nell’estate del 2017 a soli 39 anni, troppo giovane e brava per andarsene. Tra i più recenti la molto discussa partecipazione al Padiglione Italia alla Biennale Arte 2019, nel labirinto curato da Milovan Farronato. E mentre il Centro Pecci si appresta a inaugurare una grande mostra nel nome di Chiara Fumai, anche la città di Bari (nella quale è cresciuta e che ha visto i suoi ultimi giorni) apre finalmente una retrospettiva sul suo lavoro.
IL FOYER ESOTERICO
Inaugurata l’8 febbraio al Teatro Margherita, riallestito da poco tempo, già teatro in passato di mostre d’arte contemporanea, Chiara Fumai è a cura di Antonella Marino con The Church of Chiara Fumai (l’associazione presieduta dalla madre dell’artista che ne preserva attualmente l’opera) e la consulenza scientifica di Francesco Urbano Ragazzi. Il project management è di Paola Marino e Anna Fresa. Ad accogliere i visitatori nel foyer del Teatro è proprio lei, Chiara, la cui voce guida il pubblico dall’alto nell’opera Shut up Actually Talk, il famoso video del 2013 che rievoca la performance eseguita nell’ambito della dOCUMENTA13 curata da Carolyn Christov-Bakargiev. Nei panni della circense Zalumma Agra, Fumai recita Io Dico Io, manifesto sulle soggettività scritto da Carla Lonzi nel 1977. Attraverso la voce dell’artista le due donne, la freak e la storica dell’arte, si abbracciano in una solida rivendicazione femminista. In basso, in un allestimento quasi ecclesiastico, dove il video già citato è sacerdotale e il pavimento la cartina di tornasole, c’è Follow This You bitches dello stesso anno, una grande stella esoterica reinterpretata (e firmata) in chiave pop.
LE STANZE LATERALI
Il percorso progettato dai curatori si apre poi in due ali laterali, che ospitano i video The book of evil spirits (2015) nel quale Fumai reinterpreta molte delle figure femminili protagoniste delle sue performance (tra queste Ulrike, la nota terrorista tedesca della banda Baader-Meinhof) e La donna delinquente, un film di pugliese memoria 2011-13, sia perché fu presentato per la prima volta proprio al Teatro Margherita, sia perché la protagonista è la spiritista ottocentesca di Minervino Murge (più volte citata da Fumai nel suo lavoro) Eusapia Palladino. Chiude il percorso l’ambiente più suggestivo, intitolato proprio The Church of Chiara Fumai, nel quale i curatori e l’archivio hanno provato a riportare all’antico splendore la poliedricità e il complesso apparato introspettivo, misterico e iconografico che caratterizzava l’opera dell’artista (una chiesa itinerante, come lei stessa amava dire) mettendo insieme collage, disegni, materiali legati alla performance dedicata al padre Nico Fumai (presentata nel 2010 alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo) e l’immancabile e ormai iconico autoritratto di Chiara nelle vesti di Valerie Solanas, che recita direttamente dal Manifesto Scum: A male artist is a contradiction in terms.
‒ Santa Nastro
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