Colori, vuoti e geometrie nella mostra di Gioberto Noro a Napoli
Galleria Alfonso Artiaco, Napoli – fino al 22 febbraio 2020. Cosa succede se al geometrico punto di fuga rinascimentale si sostituisce la luce di un vuoto abbacinante? Le opere di Gioberto Noro provano a suggerire una risposta.
Le camere prospettiche e meditative di Gioberto Noro (Sergio Gioberto, Torino, 1952, e Marilena Noro, Rosta, Torino, 1961) inducono a osservare è il ritorno al grado zero della percezione, la sublimazione dell’umanistica presa di possesso degli occhi sul reale, riscattata dai suoi abusi pragmatici in un orizzonte meditativo di visione consapevole.
Depurazione necessaria nell’attuale bulimia di immagini, che “porta a una anestetizzazione dello sguardo (…) che ci lascia sì guardare, ma ci impedisce di vedere, (…) e per vedere intendiamo essere invece correlati, essere in relazione con le cose e gli animali e le persone intorno a noi“.
Spazi di coscienza ‒ provenienti da maquette/stanze reali fotografate attraverso filtri colorati, in un significativo travaso fra immateriale e concreto ‒ sono le loro visioni, in cui il colore agisce, piuttosto che come stimolo di superficiale emotività, come entità generatrice di intuizione e regolatrice di prossemica e prospettiva cromatica. Per ritrovare, in una nuova centratura percettiva e relazionale, la possibilità di una consapevole costruzione architettonica esistenziale.
‒ Diana Gianquitto
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