Contrazioni e convergenze. Una scultrice brasiliana sbarca a Venezia
Alma Zevi, Venezia – fino al 7 marzo 2020. Negli oggetti plastici della scultrice brasiliana Juliana Cerqueira Leite convergono e coesistono i calchi ricavati dagli scavi di Pompei, i principi della danza moderna ideata da Martha Graham e il corpo che fluttua in assenza di gravità.
L’artista di origine brasiliana Juliana Cerqueira Leite (1981), durante la sua permanenza a Napoli nel 2019 ha realizzato diverse sculture, tre delle quali ‒ Calcify, Contraction 2 e Contraction 3 ‒ formano il nucleo della mostra Convergence presso la galleria Alma Zevi di Venezia. Sono oggetti plastici creati con il gesso, l’argilla, la resina e il metallo, che non sanno che farsene dell’inflessibile separazione tra i linguaggi. I suoi interventi sono il frutto di un processo che reinterpreta la corporeità cercando un legame che colleghi il corpo del passato, quello del presente e quello del futuro. E lo fa appropriandosi dei calchi di Pompei, che hanno ispirato la posizione contratta delle figure, utilizzando la tecnica coreografica del contraction/release della danzatrice americana Martha Graham e gli studi della NASA sul corpo privo di gravità nello spazio. Presupposti che convergono e coesistono in Calcify e in Contraction, una sequenza creativa che esplora questo intreccio di storie dove la figurazione non disdegna il dialogo con l’informale.
‒ Fausto Politino
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