Muore in Messico James Brown, l’artista che coniugava sulla tela astrazione e figurazione
L’artista californiano dal 1995 residente in Messico è scomparso insieme alla moglie Alexandra in un incidente d’auto. Brown divenne celebre tra gli anni Ottanta e i Novanta per i suoi dipinti con personaggi biomorfi e dai tratti che lo avvicinavano alla corrente dell’Art Brut
È morto in Messico in un incidente d’auto James Brown, artista statunitense particolarmente noto tar gli anni Ottanta e i Novanta per i suoi dipinti a cavallo tra figurazione e astrazione, in cui motivi tratti dalla tradizione modernista sposano immagini e temi della cultura tribale e dell’Art Brut. L’incidente d’auto ha coinvolto anche la moglie del pittore, Alexandra, con la quale nel 1995 Brown si era trasferito in Messico.
JAMES BROWN. TRA ASTRAZIONE E FIGURAZIONE
Nato nel 1951 a Los Angeles, James Brown studia pittura e tecniche di stampa all’Immaculate College a Hollywood e tecnica litografica all’Ecole de Beaux Arts a Parigi, conseguendo la laurea nel 1974. Ha trascorso gli anni seguenti a vivere e lavorare a Parigi. Risale al 1978 la sua prima mostra personale al Gemeentemuseum di Arnheim, nei Paesi Bassi, e l’esposizione alla Christiane ed Eric Germain Gallery di Parigi. L’anno successivo si trasferisce a New York, dove entra in contratto con gli artisti della scuola dell’East Village come Jean-Micheal Basquiat e Keith Haring, la cui vicinanza influenzerà il suo lavoro, così come è evidente anche l’influenza di Rothko, Tapies e Twombly, soprattutto per la componente astratta e gestuale della sua pittura. Le prime mostre statunitensi di Brown si tengono proprio a New York, alla Shafrazi Gallery e alla Leo Castello Gallery. Nello stesso periodo lavora inoltre in Italia, con la Galleria Lucio Amelio di Napoli. Nel corso degli anni Ottanta l’artista lavora anche a Parigi, dove la sua opera viene posta in relazione con l’Art Brut di Jean Dubuffet. L’arte di Brown cita e racchiude stili e linguaggi che attraversano il Novecento, dalla figurazione che ricorda quella dei primitivi e degli artisti outsider con la realizzazione di personaggi biomorfi, passando dall’astrazione alla citazione della cultura figurativa tribale. Ceramica, bronzo, tessuti e incisioni sono i media con i quali Brown ha lavorato, reinterpretando e inventando simboli, iconografie, linguaggi. Nel 1995 Brown si trasferisce a Oaxaca, in Messico, dove fonda con la moglie Alexandra la “Carpe Diem Press”, invitando i maggiori artisti e scrittori per creare edizioni limitate. I suoi lavori si trovano in numerose collezioni pubbliche internazionali, tra cui il MoMA e il Met di New York, il Centre Pompidou di Parigi e il Museo Tamayo di Città del Messico.
L’ARTE DI JAMES BROWN
Tra il 2011 e il 2012 la GAM di Torino ha dedicato all’artista un’esposizione, curata da Danilo Eccher: Firmament. La mostra prendeva il titolo da una serie realizzata da Brown tra il 2007 e il 2010, costituita da nove dipinti di grande formato e studi preparatori. L’opera è il risultato dell’approfondimento teorico di Brown, affondando le radici nei suoi riferimenti culturali: Lo spirituale nell’arte di Vassilij Kandiskij, la Suite The Planets del compositore inglese Gustave Holst, il poema letterario The Cosmos Trilogy dello scrittore americano Frederick Seidel.
– Desirée Maida
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