Nasce XNL Piacenza Contemporanea: un centro per le arti del presente nel Palazzo ex Enel
Il neonato spazio espositivo della Fondazione di Piacenza e Vigevano sorge in un edificio industriale del ‘900 per documentare il contemporaneo, tra arti visive, musica e teatro. Serviranno nuovi giovani operatori
Nasce a Piacenza uno spazio privato per la documentazione del contemporaneo in tutte le sue sfaccettature: musica, teatro, arte visiva, in dialogo tra loro: non un museo, ma un luogo in divenire che si modifica nel tempo. Stiamo parlando di XNL Piacenza Contemporanea, un centro culturale che sorge all’interno di un edificio industriale – la ex sede dell’Enel di proprietà della Fondazione di Piacenza e Vigevano – dei primi decenni del Novecento, di particolare pregio architettonico, restituito alla città come luogo per raccontare il tempo presente. Un progetto ambizioso, dietro al quale vi è soprattutto la struttura della Fondazione – il suo CdA e i dipendenti – e i consulenti che hanno affiancato l’ente nelle diverse fasi di progettazione e realizzazione sia del contenitore che dei contenuti. La rivoluzione siamo noi. Collezionismo italiano contemporaneo – questo il titolo della mostra inaugurale curata da Alberto Fiz che apre al pubblico il 1 febbraio per proseguire fino al 24 maggio 2020 – presenta oltre 150 opere di autori quali Piero Manzoni, Maurizio Cattelan, Marina Abramović, Tomás Saraceno, Andy Warhol, Bill Viola, Dan Flavin, provenienti dalle 18 collezioni d’arte più importanti d’Italia, con un percorso che si completa nei locali dell’adiacente Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi: qui l’arte contemporanea dialoga con i capolavori dell’Ottocento e del Novecento, raccolti dall’imprenditore e collezionista piacentino Giuseppe Ricci Oddi. Abbiamo parlato con Massimo Toscani, presidente della Fondazione di Piacenza e Vigevano, degli obiettivi del centro culturale, della sua programmazione futura e di come si presenta agli occhi del pubblico.
Come è nata l’idea di trasformare il Palazzo ex Enel in un grande spazio polifunzionale?
L’idea di provvedere a Piacenza uno spazio dedicato al contemporaneo è molto antica. I primi tentativi risalgono infatti agli anni Ottanta, se escludiamo precedenti esperienze di tipo artistico che non avevano proprietà strutturali. In quel caso l’attore principale era l’amministrazione comunale. Quando finalmente, come Consiglio di amministrazione della Fondazione, abbiamo intravisto la possibilità di destinare a questa funzione l’edificio di via Santa Franca, siamo passati a una fase, per così dire, propedeutica al nuovo centro organizzando nell’aprile del 2015 un convegno nazionale dedicato tanto al contenitore che al contenuto: serve un centro per le arti contemporanee a Piacenza? E se serve, come attivarlo e come utilizzarlo?
Poi cosa è successo?
Vi hanno partecipato quindici specialisti del settore artistico: critici, curatori indipendenti e conservatori museali, collezionisti, artisti, i quali hanno indicato in un luogo per documentare le arti contemporanee l’approdo logico del percorso intrapreso. E si trattava di un orientamento coerente con le premesse da cui eravamo partiti: non un museo, ma un luogo in divenire che si modifica nel tempo a seconda delle esigenze.
Con quale obiettivo?
L’obiettivo è aprire Piacenza ai cantieri delle arti in progressione: musica, teatro, arte visiva in quanto linguaggi che interpretano il presente e il passato prossimo. Vorremmo che la città conoscesse nuovi mondi.
Qual è il rapporto con il territorio e la città dove sorge XNL Piacenza Contemporanea?
Vorremo vi fosse un rapporto di interazione con tutti gli enti che lavorano nel servizio culturale pubblico di questa città, a partire ovviamente dalla Galleria Ricci Oddi, che crediamo guadagni nuova luce e visibilità dalla presenza dell’XNL. Per proseguire con gli organismi a noi vicini quali il Conservatorio musicale, il teatro. Ma l’XNL ha una specificità che non può venire meno e che la rende baricentrica a un territorio molto più vasto della città: un’area interregionale priva a tutt’oggi di luoghi per la documentazione del contemporaneo e che quindi dovrebbe essere interessata al nostro lavoro.
Quali saranno gli ambiti artistici su cui lavorerete?
Saranno quelli dei linguaggi con cui il presente si manifesta: l’arte visiva è uno di questi, il principale, ma lavora in stretto dialogo con le esperienze sonore e musicali, con il disegno dello spazio civile, con l’azione teatrale. Quindi ambiti diversi ma intrecciati tra loro. Per fare questo serviranno operatori nuovi delle ultime generazioni.
Come si sostiene l’iniziativa?
XNL è una creazione della Fondazione e da essa è interamente sostenuta. Per il futuro contiamo di definire un modello di governo che tenga conto di altri enti e aziende attivi sul territorio regionale e provinciale interessati al progresso culturale e educativo.
Come sono strutturati gli spazi?
Quattro spazi che vanno dal seminterrato al sottotetto, con aree comprese tra i 900 e i 500 metri, per la maggior parte espositive. Un piano può ospitare esecuzioni musicali e allestimenti teatrali, conferenze; il piano interrato è destinato essenzialmente alle attività formative.
Quali sono i programmi espositivi per il 2020?
Alla prima mostra, La rivoluzione siamo noi, seguirà una mostra di disegni di Gianfranco Ferrè, in gran parte ispirati agli affreschi del Guercino e poi divenuti abiti della sua collezione. In concomitanza con questa, sarà allestita una mostra di artisti di oggi che utilizzano tessuti o abiti come materiali di lavoro. Ogni iniziativa espositiva contempla una serie di eventi collegati che riguardano l’oggetto principale della mostra.
-Claudia Giraud
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati