4 taccuini d’artista tutti da sfogliare
Dalle pagine di un sito internet a quelle cartacee, ecco quattro taccuini di artisti che hanno scelto questo strumento per veicolare la propria creatività.
BLU
Il taccuino è così trasversale da essere utilizzato per riprodurre in piccolo alcuni disegni che ritroviamo poi in grande scala sulla parete. Caso del tutto singolare è quello di Blu, lo street artist bolognese famoso in tutto il mondo per i suoi grandi murales, molto orientati politicamente, che spesso fanno riflettere su tematiche importanti legate all’ambiente e al paesaggio urbano. Blu ha realizzato il suo sito in forma di taccuino: all’interno si trovano quattro serie complete di disegni che compongono un archivio di appunti, immagini ricorrenti anche nei dipinti su muro, schizzi e annotazioni che rimandano a un flusso vitale che riflette impegni e appuntamenti, idee e processi di nascita delle opere.
TELLERK
Dal 2003 al 2016 conosciuti con il nome d’arte Fupete, oggi TellerK (al secolo Erika Gabbani e Daniele Tabellini) inviano le immagini di un piccolo taccuino che sta nascendo in questo momento durante un viaggio alle Hawaii. Rispondendo a pieno titolo al taccuino di viaggio d’artista, il piccolo manufatto è composto di pagine fitte di disegni a pennarello e appunti sui luoghi ripresi con le date di realizzazione. Daniele racconta come nascono questi quaderni: “Io, come Erika, disegno essenzialmente tutto quello che vedo. Anzi, è più corretto dire che vedo disegnando, perché se guardi un luogo disegnandolo, quel luogo rimane tuo. Diventa un pezzo del tuo vocabolario, del tuo alfabeto, che puoi anche riutilizzare in seguito. In qualunque momento ci ripensi sei lì in un attimo, è una appropriazione della realtà ed è anche un modo per non far sfuggire il tempo”. Sulla loro pagina Instagram si trovano numerose immagini e video dei taccuini completati anche in precedenza, in viaggi che li hanno portati da Bali a New York.
MATTEO GIUNTINI
Nato a Livorno nel 1977, lavora con la pittura e l’illustrazione. L’ironia di situazioni quotidiane o paradossali acquisisce estrema forza nelle sue immagini grazie all’uso del disegno a più colori, realizzato spesso con diverse tracce di sovrapposizione, e alla presenza della parola come potente meccanismo di trasmissione di significati. Nei suoi Appunti Inutili si trovano associazioni dell’assurdo, talvolta elementi ancora rudimentali che vengono ripresi per altri lavori di più grande dimensione o su diverso supporto. L’inutilità degli appunti è intesa come possibilità di lasciar andare su questi taccuini – pezzi unici rilegati a mano, richiusi con un semplice elastico e della dimensione di un quaderno di scuola – immagini che non abbiano un senso tra loro, microstorie improvvisate e progetti ancora ibridi e in germe. Gli Appunti Inutili sono prevalentemente privati e donati dall’artista a persone a lui care.
LUCA VITONE
Il taccuino di Luca Vitone, datato nel 2009, è interamente decorato e ogni pagina fa parte di una classificazione di alberi con collage e scritte a grafite su carta. Il taccuino appartiene alla collezione Moleskine ed è stato esposto nel maggio del 2012 all’Istituto Francese di Dakar nell’ambito del progetto Atwork. Deriva da un progetto dell’artista realizzato nel corso del 2009 e promosso dalla Fondazione Galleria Civica di Trento, in collaborazione con il Museo Tridentino di Scienze Naturali, dal titolo Vuole Canti. Cammin Facendo. Nella forma di un omaggio agli artisti della sua generazione, consiste in un itinerario, percorribile grazie a una mappa pubblicata per l’occasione, nelle strade della città con diverse tappe davanti a piccoli o grandi alberi dedicati ognuno a un diverso artista.
‒ Silvia Scaravaggi
Articolo pubblicato su Artribune Magazine #53
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