L’arte spaziale di Karin Sander a Firenze
BASE / Progetti per l’Arte, Firenze ‒ fino al 21 marzo 2020. Una mostra site specific che coniuga alcune tecniche del linguaggio espressivo degli Anni Settanta con l’era digitale. Per innescare una riflessione sul ruolo dell’arte e sulla sua capacità di leggere e interpretare la realtà.
In epoca digitale, dove Google Maps traccia per noi gli itinerari creando anche un immaginario della realtà topografica non sempre esatto, Karin Sander (Bensberg, 1957) oppone la capacità dell’arte di “interferire” con il sistema, mettendone in discussione i dati che troppo spesso vengono acriticamente accettati come attendibili (come accaduto in Skulptur Projekte), oppure, come nella mostra di BASE, utilizzando quegli strumenti per creare una mappa dell’identità del luogo: le coordinate geografiche come pittura murale, il puntatore come installazione luminosa al neon, la traccia del polpastrello sullo schermo come un intervento pittorico dal sapore analitico. Reminiscenze di Arte Povera incontrano la moderna tecnologia, il passato e il presente dialogano e si ridefiniscono vicendevolmente, e per loro tramite emerge l’identità di una società sempre più tecnologizzata, ma che sta ancora cercando un rapporto non problematico con questo nuovo aspetto della modernità.
‒ Niccolò Lucarelli
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati