Artribune Podcast: Alberto Garutti per i Monologhi al Telefono
È online il nuovo “Monologo al telefono”, il podcast di Artribune condotto da Donatella Giordano. Dopo Andrea Mastrovito, Flavio Favelli, Pietro Ruffo e Sissi, l’incontro è con l’artista Alberto Garutti
Monologhi al Telefono è una nuova serie podcast di Artribune. A parlare sono gli artisti che, raggiunti da una telefonata silenziosa programmata precedentemente, si rapportano con un ipotetico ascoltatore raccontando gli aspetti più intimi della loro ricerca. Un sistema che supera il concetto dell’intervista classica, che segue un ordine di domande. L’intervistatore agisce, infatti, dietro le quinte avviando una conversazione con l’artista e proponendogli poi un’intervista non strutturata che si svincola dalle direzioni.
Ascolta “Alberto Garutti – Monologhi al Telefono a cura di Donatella Giordano” su Spreaker.
GARUTTI E CELANT
Squilla il telefono, oggi risponde Alberto Garutti (Galbiate, 1948) artista che lavora nel campo dell’arte pubblica, intesa come un’arte profondamente radicata nel territorio e nel tessuto sociale della comunità. Negli ultimi due anni lavorava alla sua monografia curata da Germano Celant, scomparso a causa del coronavirus. Durante la nostra conversazione privata racconta di come Celant lo abbia portato a riscoprire alcune sue opere realizzate in passato, ritrovando attraverso di lui una linea filologica, pertinente con quello che sta facendo attualmente. Nel suo monologo l’artista riflette sul tema del limite considerandolo un motore indispensabile per lo sviluppo di opere nuove. Trova nelle opere di Tiziano Vecellio (l’”Assunzione della Vergine” e la “Pala Pesaro”, entrambe collocate presso la Basilica di Santa Maria Gloriosa dei Frari di Venezia) l’esempio perfetto per parlare di rapporti di interdipendenza dichiarando che “la relazione forte con la realtà, con le cose, con gli spazi, con la natura e tutto ciò che sta intorno, è fondamentale per sviluppare un pensiero critico“.
IL PODCAST CON GARUTTI
Nella sua visione l’artista è colui che si assume la responsabilità di scendere dal piedistallo retorico che il sistema dell’arte gli mette sotto ai piedi, per mettersi al servizio della città, tenendo sempre in mente che i limiti sono “ispirativi”. Da sempre impegnato nella realizzazione di opere “pubbliche” per musei e città, con le quali innesca relazioni tra istituzioni pubbliche, private e tessuto sociale, è stato titolare della Cattedra di Pittura all’Accademia di Brera dal 1990 al 2013 e insegna attualmente presso lo IUAV di Venezia. Da diversi mesi lavora alla realizzazione di un’opera permanente site-specific per la nuova sede distaccata del Museo MAXXI che si trova a L’Aquila, negli spazi del settecentesco Palazzo Ardinghelli – la cui apertura è stata programmata per il 21 giugno di quest’anno.
-Donatella Giordano
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