La Quadriennale di Roma sfida l’emergenza Covid-19. E annuncia la grande mostra di ottobre 2020
In un clima di insicurezza anche sulla prossima apertura dei musei, l’istituzione romana decide di lanciare un messaggio forte. Per comunicare che la Quadriennale di ottobre 2020 avrà luogo, e intende essere capofila dell’intera riapertura del sistema artistico nazionale
“Nell’ottobre del 2020 è prevista la nuova edizione della mostra. Fatte tutte le verifiche tecniche, siamo in grado di confermare la nostra intenzione di procedere secondo quanto era stato stabilito. Ci saranno alcuni adeguamenti rispetto alla situazione che si è venuta a creare, ma con il contenuto artistico e le modalità che erano state previste”. A dare l’annuncio è un ottimista Umberto Croppi, nominato nell’agosto del 2019 Presidente della Fondazione La Quadriennale di Roma. In un momento di grande incertezza sulla riapertura dei musei italiani (la data ora è segnata al 18 maggio) e di grande sospensione sull’autunno 2020 – in cui è previsto un fitto calendario di fiere e eventi artistici, per recuperare il tempo perso – la storica istituzione romana lancia un segnale di perseveranza e grande forza di volontà, nei confronti di una grande mostra che dovrà tenersi e in uno spazio fisico, rompendo quella modalità di fruizione digitale a cui ci ha abituato la quarantena.
LA QUADRIENNALE DI ROMA A OTTOBRE 2020
“Ci sono i presupposti perché la Quadriennale possa essere una delle prime grandi mostre a riaprire con le modalità che saranno consentite e siamo particolarmente contenti se questo potrà avvenire al Palazzo delle Esposizioni” ha aggiunto Cesare Pietroiusti, Presidente di Azienda Speciale Palaexpo. L’obiettivo, quindi, è quello di riaprire le porte anche dei grandi eventi, nonostante vadano riprogrammati per seguire tutte le precauzioni del caso (qui vi indicavamo il vademecum dei musei emanato da ConfCultura). Tuttavia la mostra, prodotta a partire da un importante finanziamento dello Stato attraverso la Direzione Generale Creatività Contemporanea del Mibact, potrà subire una variazione per quanto riguarda il giorno di apertura – al momento fissato per il 1° ottobre – compatibilmente con l’evoluzione del generale quadro sanitario e delle decisioni governative. Accanto alla preparazione dei contenuti, in questi giorni sta inoltre proseguendo la trattativa di accordi di partnership con il mondo dell’industria, dei servizi e dei media, per creare una cordata aperta a tutte le realtà che comprendono l’importanza di continuare a sostenere il valore della cultura; un messaggio, ancora una volta della volontà di instillare fiducia al mondo culturale, allo stesso tempo richiedendo un appoggio affinché questo possa realizzarsi.
LA QUADRIENNALE DI ROMA 2020: QUALCHE ANTICIPAZIONE
“Vogliamo diventare un punto di riferimento, un luogo di incontro, un partner per gli artisti e anche per le istituzioni”, raccontava un anno fa Sara Cosulich a Artribune in questa intervista. E, riferendosi ai progetti paralleli Q-Rated e Q-International, “entrambe sono iniziative che ci permetteranno di conoscere, scoprire e approfondire il lavoro di molti artisti, rappresentando quindi anche un effettivo strumento di ricerca e percorso di avvicinamento alla mostra”. Gli intenti sono rimasti invariati dalla storica fondazione della Quadriennale: presentare al mondo il meglio dell’arte italiana. E, nell’inconsueta edizione 2020, i curatori della mostra Sarah Cosulich e Stefano Collicelli Cagol lo faranno proponendo una prospettiva inedita sull’arte nostrana a partire dagli anni Sessanta a oggi. “Sarà una mostra dal forte taglio curatoriale e di respiro internazionale, con una quarantina di artisti presenti e una particolare attenzione a restituirne progetti e immaginari rappresentativi”, spiegano nella nota stampa. L’esposizione si svilupperà su circa 4mila metri quadrati, e avrà come punto focale uno sguardo sulle ricerche attuali e su alcuni percorsi transgenerazionali, “con l’obiettivo di dare spazio e rilevanza alla complessità di alcune poetiche, come le ricerche al confine tra discipline diverse”. È attivo in questi giorni un dialogo tra i curatori, gli artisti e tutta la squadra organizzativa per adattare l’intero progetto espositivo all’attuale scenario, cercando tuttavia soluzioni che mantengano fede all’idea di partenza. Non bisogna dimenticarsi poi che il grande contagio ha interrotto a metà l’attività di fund rising che la Quadriennale stava facendo: si tratterà di una mostra fatta con meno soldi di quelli che sarebbero stati necessari. Capacità di adattamento e resilienza saranno le chiavi, per la Quadriennale e per tutti il resto in realtà.
– Giulia Ronchi
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati