ONU e OMS chiedono agli artisti di divulgare informazioni corrette sul contagio. Pro e contro

Le Nazioni Unite e l'Organizzazione mondiale della sanità chiamano a rapporto gli artisti per parlare a tutto il mondo. Le regole per partecipare e alcune riflessioni sulla precaria situazione in cui versa ora il settore artistico e creativo.

In questi tempi straordinari di pandemia globale, le Nazioni Unite e l’Organizzazione mondiale della sanità chiamano a raccolta tutti gli artisti del mondo per combattere contro la disinformazione circa il coronavirus e lanciare messaggi universali, facilmente leggibili da tutti. In un’epoca in cui l’immediatezza dell’immagine prevale sul contenuto verbale, i due enti sovranazionali hanno pensato che fossero proprio gli artisti i promotori ideali delle giuste regole da seguire per contenere il contagio. Un ruolo delicato e fondamentale. Il concorso, valido fino al 9 aprile 2020, si svolge sulla piattaforma di Talenthouse, nota per mettere gli artisti in contatto con i maggiori brand globali. Saranno almeno 10 i lavori selezionati dalla commissione (di cui non si conoscono i componenti), che verranno condivisi a livello globale dai canali multimediali delle Nazioni Unite. Il resto delle proposte selezionate sarà reso disponibile per il download su un sito dedicato a partire dal 22 aprile.

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APPELLO AGLI ARTISTI: IL REGOLAMENTO

Il concorso è aperto a tutti, basta aver compiuto la maggiore età. Il macro argomento è ovviamente la salute e tutti i comportamenti da tenere per far sì che l’individuo e chi lo circonda siano al sicuro dal contagio. Sulla pagina della call ogni candidato può selezionare dei topic specifici, come ad esempio l’igiene personale, il distanziamento sociale, l’importanza di restare a casa, la consapevolezza dei sintomi più comuni, le misure anti contagio, la lotta alla disinformazione e le donazioni agli ospedali, un gesto che contribuisce fortemente a frenare il collasso del sistema sanitario. Una volta scelta l’opzione, via alla creatività: sono ammessi file video, audio, pdf, illustrazioni, grafiche e qualunque elaborato in linea con la propria inclinazione artistica e creativa. L’obiettivo finale è far giungere il messaggio a un bacino il più ampio possibile di popolazione, che tenga conto delle diverse fasce d’età, dei linguaggi e delle differenze culturali. Anche le lingue consentite sono, non a caso, numerose: inglese, spagnolo, francese, italiano, arabo, portoghese, tedesco, hindi, bengalese, malese, tailandese, giapponese, indonesiano, urdu, swahili, nigeriano Pidgin, Yoruba e turco.

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APPELLO AGLI ARTISTI: LE POLEMICHE

Una nota dolente: anche per i lavori selezionati, non verrà fornito alcun tipo di retribuzione o rimborso. Gli artisti riceveranno però la massima visibilità, trattandosi effettivamente di una vetrina globale. Una questione che ha sollevato immediatamente le polemiche di tanti, che si sono riversati nella sezione commenti della pagina di Talenthouse accusando la rinomata piattaforma di chiedere del lavoro gratuito in un momento così difficile, anche sul piano economico, per tutti. Voci alle quali ha risposto direttamente la co-fondatrice Maya Bogle, tentando di placare gli animi e facendo presente che qui non si tratta di una situazione ordinaria. “Talenthouse non promuoverà mai in tempi normali un’opportunità in cui il lavoro del creatore viene utilizzato gratuitamente. Ma questo è un momento senza precedenti”, ha riportato la pubblicazione online su Arts Professional. “Tutto il denaro donato alle Nazioni Unite viene utilizzato per sostenere gli sforzi sanitari in tutto il mondo, e mentre normalmente saremmo i primi a sostenere il pagamento di commissioni adeguate per artisti e creativi, questa volta siamo costretti a fare un’eccezione”.

https://www.instagram.com/p/B-qlsVwFOh2/

GLI ARTISTI AL TEMPO DEL COVID-19

A fare più scalpore pare sia stata non tanto la richiesta di prestazioni gratuite, quanto l’ipocrisia che secondo alcuni si nasconderebbe dietro la voce “Opportunities” posta in fondo al regolamento, dove la visibilità che si prospetta agli artisti commissionati potrebbe essere il motore propulsore di alcune commissioni future. Forse, a fare più male, è il fatto di mettere il dito in vecchie piaghe: la questione della visibilità in cambio di lavoro gratuito non è certo nata ieri (e che non affligge soltanto gli artisti, ma tante altre figure professionali del settore creativo). Chi ha criticato, insomma, aveva già il dente avvelenato, a causa di dinamiche che si verificano in tutto il sistema artistico e a tutti i livelli. Tuttavia, la situazione degli artisti, e in generale dei creativi e liberi professionisti, è tra le più svantaggiate in questo momento di affossamento generale. Condizione di cui cominciano a prendere atto i governi con diversi provvedimenti (leggi qui degli aiuti forniti da Berlino) a fronte di un tempo che resterà incerto ancora per molto. Tanti – lo ricordiamo – sono anche gli artisti che si sono messi volontariamente in gioco per cercare di aiutare gli ospedali e concentrare una rete di benefattori regalando loro un’opera. Vi mostriamo qui alcune iniziative dedicate con tutte le indicazioni per aderire.

-Giulia Ronchi

https://www.talenthouse.com/

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Giulia Ronchi

Giulia Ronchi

Giulia Ronchi è nata a Pesaro nel 1991. È laureata in Scienze dei Beni Culturali all’Università Cattolica di Milano e in Visual Cultures e Pratiche curatoriali presso l’Accademia di Brera. È stata tra i fondatori del gruppo curatoriale OUT44, organizzando…

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