Su cosa stanno lavorando da casa i grandi artisti in questi giorni? La parola ad Ezio Gribaudo
Continua con Ezio Gribaudo un racconto in trincea dalle case dei grandi artisti. Su cosa stanno lavorando? Come stanno trascorrendo questo momento? Come questo clima interviene sulla loro ricerca?”. Le risposte in questi piccoli video.
Come Artribune stiamo lavorando il più possibile in questi giorni per fare un’informazione civica e di servizio nei confronti dei nostri lettori e in sostegno al nostro settore, come altri molto colpito. Oltre a informare le persone e ad incoraggiarle a rispettare le prescrizioni sanitarie, stiamo cercando anche di offrire loro contenuti utili ed interessanti per passare nella maniera migliore il tempo in casa, distraendosi ma anche riflettendo. Come sempre gli artisti sono coloro che ci indicano la strada e che precorrono i tempi. Per questo stiamo ponendo proprio a loro una domanda semplice semplice: “su cosa stanno lavorando? Come stanno trascorrendo questo momento? Come questo clima interviene sulla loro ricerca?”. Abbiamo chiesto loro inoltre di risponderci tramite dei piccoli video.
Ci risponde Ezio Gribaudo (1929) che racconta: ”sono fortunato poiché il mio studio è a pochi metri da casa, nella precollina di Torino, in questi giorni la natura del mio giardino ha il sopravvento sul virus ,stanno sbocciando la camelia e le foglie delle ortensie oltre agli altri fiori .Ho 91 anni e vengo in studio tutti i giorni, accompagnato da mia figlia Paola, lavoro a una serie di collage ispirati dalla cronaca, mi ha colpito il Ponte Morandi e una pagina de La Stampa che annunciava l’era del digitale, di entrambi ho eseguito l’opera. Riprendo anche sempre i miei Logogrifi bianchi ,quello che ho eseguito nel filmato è l’immagine di una cellula cerebrale ingrandita milioni di volte, immagine che mi fu data da Paola Levi Montalcini, sorella gemella di Rita, che è diventata il simbolo dell’Archivio Gribaudo e che ho anche inserito nel cemento armato quando è stato costruito il mio studio nel 1974. Non mi spaventa questo virus, ho vissuto a lungo, ho visto la guerra e tutti gli eventi del Novecento, mi rifugio nel lavoro sorretto dalla mia creatività e dall’immaginazione e credo che sia essenziale il supporto che la cultura può dare in questi momenti di crisi per uscire più forti e solidali”.
– Santa Nastro
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