La Galleria Continua riapre a Roma
Il 23 gennaio, la sera dell'opening di Arte Fiera Bologna, aveva inaugurato il nuovo spazio romano di Galleria Continua. Ora, alla fine del lockdown, è finalmente possibile visitarlo.
Un percorso radioso ‒ avviato con l’apertura della sede toscana di San Gimignano, la stupenda città delle torri ‒ ha portato Galleria Continua a espandersi, non seguendo le mode ma una sorta di sesto senso: da Beijing a Les Moulins fino all’Habana, con l’apertura della frontiera cubana verso l’Occidente. Dopo trent’anni di storia si aggiunge un’ulteriore tappa.
La nuova sede apre in Italia, non a Milano né a Torino, città sicuramente più ambite per l’arte contemporanea, bensì a due passi da Piazza della Repubblica, nel cuore dell’Urbe. Il perché di questa particolare scelta non risulta perfettamente chiaro, eppure Lorenzo Fiaschi, uno dei tre fondatori, ha tenuto a sottolineare nel discorso inaugurale come Roma, città a lui cara soprattutto per quanto riguarda gli affetti, si riveli una meta dove non si estingue mai il piacere di tornare.
LA GALLERIA CONTINUA A ROMA
Lo spazio scelto, l’hotel St. Regis ‒ dove già la Continua aveva portato il coloratissimo intervento di Pascale Marthine Tayou, Jungle fever, e l’installazione di Loris Cecchini ‒ si distingue per la sua bellezza mozzafiato. In corrispondenza dell’ingresso troviamo ad accoglierci le sculture di un triceratopo e di un rinoceronte. Varcata la soglia, la hall si rivela stracolma di animali in fibra di vetro che planano dall’alto, accompagnati da personaggi privi di volto, con enormi macigni al posto della testa. Una vecchietta volteggia vicino al lampadario tenendo al guinzaglio una manta, sospesa a pochi metri da terra. Questa macchina della meraviglia è stata realizzata dal duo cinese Sun Yuan & Peng Yu. La coppia si è distinta all’ultima Biennale di Venezia per il suo intervento super “instagrammato” Can’t Help Myself, macabro esempio di arte cinetica: una macchina indomita che, chiusa in una gabbia di vetro, spostava senza sosta una sostanza densa e grumosa dall’aspetto sanguigno e, più cercava di pulire il pavimento con il braccio meccanico munito di spatola, più ne imbrattava la superficie.
La hall del St. Regis ospita due opere: Teenager Teenager e If I died. Nella prima, un gruppo di sculture ‒ eleganti personaggi in completo e abito da sera ‒ sono adagiate languidamente su chaise-longue e divani, i corpi fulgidi e studiatamente equilibrati mostrano leggerezza e leggiadria apparente, mentre i pensieri, le teste sono macigni in bilico sul collo.
If I died è un tuffo onirico nella mente della mamma di Peng Yu, che immagina un terreno surreale dove lei stessa volteggia portando al guinzaglio delle mante e recando in mano una corona di fiori di pesco. Fenicotteri, aironi, pellicani, uccelli esotici sono distribuiti nell’ambiente, nascosti dietro le linde colonne, appollaiati sugli scaffali e sulle consolle.
LE OPERE DI JOSÉ YAQUE
Addentrandosi nell’hotel si incontra la cosiddetta Sala Diocleziano, l’ex studio di Alberto Agnelli, trasformata in un elegante white cube.
Mario Cristiani, Lorenzo Fiaschi e Maurizio Rigillo hanno scelto di inaugurare la nuova galleria con il progetto Maturation dell’artista cubano José Yaque, costituito da una serie pittorica e un’installazione. Tumba Abierta, un archivio in trasformazione, raccoglie una serie di elementi prelevati dalla natura ‒ piante, semi, fiori, frutti ‒ all’interno di 473 bottiglie di vetro. L’acqua vira in una miscela cromatica indefinita, rubando il pigmento al corredo vegetale; bacche rosse e foglie assumono un aspetto giallastro, mortifero.
I dipinti sono frutto di un processo che porta l’artista a intervenire direttamente con le mani sulla tela: per lasciare che i colori si mescolino in maniera eterogenea sfrutta la forza di gravità e le vibrazioni. L’eccesso magmatico della tinta viene poi ulteriormente trasformato e convogliato avvolgendo il quadro con una pellicola di plastica. Una volta ottenuta l’essiccazione, Yaque rimuove la pellicola: il risultato simula l’erosione del vento e dell’acqua sulla superficie terrestre creando un effetto di appiattimento delle tinte in onde concatenate. La conformazione stratigrafica della crosta terrestre, fatta di livellamenti e accenti cromatici che rispecchiano la distribuzione e la concentrazione dei minerali e delle sostanze organiche, viene riecheggiata in queste stesure pittoriche: pieghe di smalto, curve blu, rosse, ocra. Marmi dalla qualità sintetica.
IL FUTURO DELLA GALLERIA CONTINUA
Quale sarà la destinazione di questo spazio? Come ha già svelato da Santa Nastro nella sua anteprima, il St. Regis promuoverà due residenze l’anno, gli ospiti saranno artisti emergenti provenienti da diversi contesti internazionali, dalle frontiere artistiche ancora inesplorate dei Paesi in via di sviluppo. Verranno inoltre organizzati talk, incontri, attività didattiche rivolte ai bambini che soggiorneranno nell’hotel e visite guidate aperte a tutte le scuole.
I tre direttori della Continua non si fermano con le sorprese: è loro intenzione aprire una nuova sede all’interno di uno spazio pubblico, lo Stadio Pacaembu a San Paolo del Brasile, luogo molto amato dalla popolazione (conta infatti 75mila iscritti), inaugurato nel 1940 e caratterizzato dallo stile Art Déco. Il direttore sarà Akio Aoki, noto nella scena artistica contemporanea brasiliana da ormai 14 anni. Come successe per la sede cinese, l’occasione di innalzare un ponte con la realtà brasiliana è scaturita dall’incontro con un artista autoctono, in questo caso la miccia è stata accesa da Cildo Meirelles.
‒ Giorgia Basili
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