Un trompe-l’œil ribaltato. Angelo Bellobono nelle Marche
Casa Sponge, Pergola – fino al 6 settembre 2020. Angelo Bellobono porta a Casa Sponge una riflessione visiva sul paesaggio, realizzata prima della quarantena.
La pittura di paesaggio non è nuovo un inizio, è piuttosto un ritorno. Nessun tentativo di indagare il presente, di dare risposte. Eppure c’è un senso profondo, ulteriore, in questa piccola mostra a cavallo tra il prima e dopo.
Il paesaggio è quello che rimane come prima: le opere, fedeli alla poetica di Angelo Bellobono (Nettuno, 1964), sono state realizzate a gennaio, in una residenza documentata anche su queste colonne, prima della chiusura, davanti a un paesaggio che non muta se non con le stagioni, ma che muta sempre agli occhi delle menti che lo guardano.
All’interno della casa-galleria piccole tele e carte dalla pennellata rapida e rarefatta, e nel giardino qualcosa che resta e che, a differenza dei panorami, invecchia: sono curiose le piccole opere su legno o su pietra letteralmente “piantate” nelle aiuole, coi bordi interrati, i fili d’erba che ci crescono sopra, le formiche a passeggio, esposte agli agenti atmosferici e biologici e destinate a corrompersi; sulla casa, integrata in una parete esterna, una pietra dipinta che riproduce quello che c’è al di là, come se il muro fosse bucato: un trompe-l’œil al contrario, in cui l’immagine non è imitazione, non si fa inganno, ma concetto.
‒ Valeria Carnevali
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