Qualche volta capita ancora: andare per una mostra e, inaspettatamente, scoprire un luogo che non si conosceva, venire a conoscenza di un territorio decisamente inedito, accorgersi di una località di villeggiatura peculiare e non troppo pubblicizzata fino ad oggi. Può succedere, ad esempio, grazie ad un evento di arte ambientale allestito in quest’isola nel Delta del Po.
COS’È L’ISOLA DI ALBARELLA
La mostra Evoluzioni di Officinadïdue allestita sull’Isola di Albarella ha svolto un ruolo in questa direzione: una mostra interessante assieme alla scoperta di un luogo “nuovo”. Colonizzata a partire dagli Anni Sessanta e poi con maggior decisione dagli Anni Ottanta quando è diventata proprietà della famiglia Marcegaglia, Albarella è un’isola di oltre 500 ettari creata dai detriti dei grandi fiumi. Siamo infatti in un luogo paesaggisticamente e naturalisticamente unico: il lembo di costa adriatica, giusto a mezzogiorno della Laguna veneta, dove sfociano Adige, Brenta e soprattutto Po col suo sconfinato Delta protetto dalla riserva naturale. L’isola è stata da subito immaginata come polo turistico all’insegna di villette, residence, alberghi, verde, sport, fiordi, boschi, stagni, piscine naturali, spiagge e campi da golf. Uno stile di villeggiatura all’insegna della tranquillità, delle famiglie (al massimo della capienza l’isola arriva a 12mila abitanti!) e, negli ultimi anni, sempre più della sostenibilità ambientale.
La mostra Evoluzioni di Officinadïdue sull’Isola di Albarella
IL DOWNBURST AD ALBARELLA
La tranquilla vita vacanziera di questo pezzettino di Veneto, diviso tra villeggianti del nord est e tanti arrivi da Russia e Germania, ha avuto un punto di cesura nell’agosto del 2017 quando un micidiale fenomeno atmosferico si è abbattuto sulla superficie di Albarella: il downburst (un nubifragio che potremmo definire una specie di tornado, ma non proprio un tornado) ha terrorizzato gli abitanti e, pur non mietendo vittime o feriti, ha devastato centinaia di alberi. A partire da questo evento la direzione dell’isola ha maturato l’esigenza di rispondere in qualche modo e alla fine la decisione è stata quella di puntare su arte pubblica, arte ambientale, sostenibilità.
LA MOSTRA EVOLUZIONI DI OFFICINADÏDUE
Il link con il duo Officinadïdue si è generato facilmente visto che entrambi gli artisti (Vera Bonaventura e Roberto Mainardi) avevano avuto in passato qualche rapporto con l’isola. E così è nata l’idea della mostra Evoluzione, un progetto di sette installazioni open air sparpagliate per l’isola, una bella scusa anche per visitare questo sorprendente pezzo di Polesine. Il focus è la natura, la sua forza resiliente e anche rigeneratrice, con sullo sfondo i temi dei cambiamenti climatici. La prima opera presentata, lo scorso 8 giugno, è stata Il Grande Orecchio: un ben congegnato vortice d’acqua in uno dei laghetti dell’isola affiancato ad un’installazione sonora. Più cronachistiche e venate da un filo di didascalica retorica sono le opere Quiescenza (un neon che illumina i trucioli di scarto degli alberi abbattuti dal downburst all’interno di una cappella di paglia) e Attesa (un maestoso letto in metallo sul quale giace, in attesa che alcuni alberelli piantati tutt’attorno crescano, una grande sughera vittima dell’evento atmosferico del 2017). Mentre Foglia è l’opera decisamente più convincente: al confine tra scultura, design e gioielleria. Si tratta di un reale sostegno a forma di foglia appunto che aiuterà uno degli alberi fiaccati dal nubifragio a non essere abbattuto, un lavoro idealmente replicabile anche su molti alberi bisognosi di essere sorretti (e oggi sostenuti da palificazioni dozzinali) sia ad Albarella che altrove; un lavoro che suggerisce un ruolo dell’arte pubblica funzionale ad una concreta e assai pratica risposta alle esigenze della natura.
La mostra Evoluzioni di Officinadïdue sull’Isola di Albarella
L’IDEA DI UNA RASSEGNA PERIODICA
Lo spunto di utilizzare i tanti spazi verdi di Albarella come luoghi adatti ad ospitare opere di arte pubblica (perché no, permanenti) potrebbe suggerire alla dirigenza dell’isola l’implementazione di una vera rassegna annuale o biennale basata su un bando e magari seguita da un curatore. Con l’obiettivo, edizione dopo edizione, di aggiungere un contenuto e una motivazione di visita alle tante già presenti nell’isola mediante la creazione di un circuito di opere fisse inserite nell’ambiente. Al contatto con la natura e con il popolo dei villeggianti.
Evoluzioni
fino al 15 ottobre
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