L’installazione di Fabrizio Corneli per commemorare le vittime dell’eccidio del Carnaio
Il 25 luglio del 1944, sullo scorcio della Seconda Guerra Mondiale, le truppe tedesche trucidavano 27 cittadini di Bagno di Romagna. 76 anni dopo un artista realizza un monumento per ricordarli
Un’installazione d’arte contemporanea per commemorare l’eccidio del Carnaio. Correva l’anno 1944 e Bagno di Romagna, in provincia di Forlì-Cesena, oggi nota per le terme e per i bellissimi paesaggi che la circondano, fu teatro di una terribile strage. Mentre la Seconda Guerra Mondiale volgeva al termine le truppe tedesche in ritirata uccidevano per rappresaglia 27 cittadini del piccolo comune romagnolo. 76 anni dopo, nel Cimitero Monumentale di San Piero, i caduti vengono ricordati con un nuovo ossario, che rievoca l’accaduto e omaggia la memoria di chi non c’è più con un’opera di Fabrizio Corneli. Insieme al lavoro dell’artista è stato inoltre presentato il restauro della Cappella cimiteriale. L’intera operazione, realizzata grazie alla Regione Emilia Romagna, è costata 120mila euro.
È un intervento molto poetico quello progettato da Fabrizio Corneli per ricordare le vittime dell’eccidio del Carnaio. L’artista nato nel 1958 a Firenze, dove ha studiato presso l’Accademia di Belle Arti cittadina, ha esposto in numerose occasioni in Italia e all’estero, soprattutto in Belgio, Germania, dove ha vissuto, e Giappone. In questi paesi ha realizzato inoltre importanti installazioni permanenti. Per il cimitero di Bagno di Romagna, costruito tra il 1888 e il 1891, progettato da Cesare Spighi, ha realizzato una installazione per non dimenticare, mettendo in rilievo i nomi e le età delle vittime. Il ricordo, e con esso i nomi, si accendono ogni qual volta il visitatore si “posiziona all’incrocio fra l’asse della navata e quella del transetto”, come spiegano i promotori di questo bel progetto. La memoria, sembra dirci l’artista, sta a noi. È a seconda della nostra posizione rispetto alle cose e ai fatti della vita e della storia, che i messaggi corretti si tramandano. Accendendo, nel tempo, l’amore per la vita e per la verità.
– Santa Nastro
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