L’opera diffusa e partecipata di Nicola Genco realizzata con i rifugiati al Castromediano di Lecce
Si tratta di Exodus, un’opera partecipata, pubblica e diffusa sul territorio leccese dell’artista pugliese Nicola Genco, creata con l’aiuto di giovani extracomunitari nell’ambito del progetto “La bellezza dell’integrazione”
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Lecce custodisce da oltre 150 anni il primo museo pubblico di Puglia. Si tratta del Museo Sigismondo Castromediano, fondato per volontà di un duca – e patriota – intellettuale, collezionista di oggetti speciali, cultore della storia patria e compagno di strada di un drappello di pionieri della difesa del patrimonio, anzitutto di quello archeologico, che recentemente è tornato a vivere con prospettive legate all’integrazione e al dialogo condiviso, volute dal nuovo direttore, Luigi De Luca.
EXODUS: COME FUNZIONA L’OPERA PARTECIPATA
È proprio da qui che il 28 agosto parte il percorso di Exodus, un’opera partecipata, pubblica e diffusa sul territorio leccese dell’artista pugliese Nicola Genco, creata con l’aiuto di giovani extracomunitari nell’ambito di La bellezza dell’integrazione: un progetto molto articolato ed evoluzione del precedente Musei accoglienti, realizzato dal Consiglio Italiano per i Rifugiati e il Teatro Pubblico Pugliese, in stretta sinergia con il Polo Biblio-Museale di Lecce, e finanziato dal Fondo Asilo, Migrazione e Integrazione (FAMI) 2014-2020, con l’obiettivo di promuovere l’inserimento socio-culturale dei titolari di protezione internazionale attraverso pratiche e attività culturali partecipative, in ottica di inserimento lavorativo. “Cos’è un’opera d’arte se non uno straordinario mezzo per confrontarsi rispetto al nostro presente e al nostro futuro?”, afferma Loredana Capone, assessore all’industria turistica e culturale della Regione Puglia. “Gli artisti ci consentono di leggere il mondo da inedite prospettive e quest’opera è proprio il frutto di un denso dialogo tra sensibilità che guardano alla comunità senza confini”.
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L’opera diffusa e partecipata di Nicola Genco realizzata con i rifugiati al Castromediano di Lecce – Laboratorio
EXODUS: UNA SCULTURA BARCA
L’installazione – una scultura-barca composta da 81 corpi come il numero dei morti della tragedia della Kater I Rades nel Canale d’Otranto nel 1997 – è, infatti, il frutto di un laboratorio artistico che è andato in scena nelle ultime settimane proprio negli spazi museali del Castromediano e che da qui, per i prossimi tre giorni, sarà diffusa nello spazio urbano, mentre continuerà a vivere nel museo e in biblioteca fino al 10settembre. “Il Museo conferma la propria vocazione di spazio multidisciplinare aperto alle comunità”, aggiunge Luigi De Luca, direttore del Polo biblio-museale di Lecce, “ma allo stesso tempo esce fuori dai suoi spazi, si confronta con il tessuto urbano e sociale del quartiere, instaura nuove relazioni empatiche durature”.
EXODUS: L’OPERA DI NICOLA GENCO NELLO SPAZIO PUBBLICO
Così, centinaia di piccole sculture realizzate da Genco e da alcuni giovani rifugiati dallo spazio istituzionale si faranno strada su viale Gallipoli, viale Lo Re e via Duca degli Abruzzi, nel cuore della città, fino ad arrivare nel chiostro del Convitto Palmieri: i negozianti che “vivono” questa via quotidianamente le allestiranno sul marciapiede e se ne prenderanno cura, innescando un dialogo serrato con la comunità. “L’opera collettiva è un marasma di sogni, di desideri, tutto ciò cresce giorno dopo giorno”, conclude l’artista. “Ognuno porta con sé la propria storia, a volte drammatica e l’opera è un sunto di tutto questo”.
– Claudia Giraud
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