Lo stupore della luce. David Cesaria a Carovigno
Luminarie e dipinti dell’artista pugliese David Cesaria in mostra in un castello misconosciuto e denso di stupore. Tra ironia e spazi di pensiero, a Carovigno, in provincia di Brindisi.
È un percorso che si snoda tra meraviglia, ironia, stupore e un rapporto privilegiato con l’ambiente che ospita la mostra, antica dimora nobiliare a cui si accede da un grande e rigoglioso giardino: la personale che David Cesaria (Mesagne, 1976) ha allestito nel Castello Dentice di Frasso a Carovigno, in provincia di Brindisi, palesa un dialogo serrato con l’immaginario delle feste popolari del sud, quelle dense di luminarie e apparati effimeri che contrassegnano i paesaggi urbani, piazze e facciate di chiese e palazzotti dei centri storici nei giorni in cui si celebrano i santi patroni.
Pop è l’accezione visuale che Cesaria trasferisce a questi lavori, lo si evince da certe parole che completano le opere, dalle grandi labbra sensuali, dagli oggetti d’uso comune che l’artista pugliese ricompone con la magia delle lampadine adottate dai grandi costruttori delle luminarie. Ormai è un linguaggio plurale, accolto da diversi artisti, naturalmente con declinazioni differenti, pensiamo a Flavio Favelli o Marinella Senatore, che l’ha usate per la grande sfilata di Dior proprio a Lecce. In Puglia – e altrove – l’antesignano è stato Franco Dellerba, dagli Anni Settanta, ma in una chiave antropologica rivisitata. Questa personale di Cesaria ribadisce quindi la vitalità di quello che è da considerare un genere della scultura, in attesa magari di vedere una mostra di ricognizione corale sul tema.
‒ Lorenzo Madaro
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