Dove i mari si incontrano. La mostra di Maria Domenica Rapicavoli a Otranto
Inaugurando l’attività dell’associazione Cijaru a Otranto, "Make This Earth Home" è una mostra nella quale si esprime efficacemente la vocazione dell’arte contemporanea a farsi catalizzatrice di risorse ed energie locali, per amplificarne la portata e aprirle a una dimensione attuale, pubblica, condivisa.
La mostra Make This Earth Home nasce da una felice collaborazione a tre: un curatore e teorico dall’esperienza internazionale, incentrata sui visual culture studies; uno storico dell’arte, incaricato della ricerca scientifica e Maria Domenica Rapicavoli (1976), catanese ormai integrata a New York, invitata a Otranto per una residenza d’artista.
Se Rapicavoli è solita concepire operazioni che rendano tangibili le strutture di potere (economiche, politiche, militari) che condizionano la nostra vita quotidiana, qui si cimenta invece nella sfida di rendere visibili e connessi i molti e stratificati aspetti che qualificano il territorio di Otranto: il recente recupero e restauro di Torre Matta presso il Castello aragonese, a opera delle istituzioni locali; la ricchezza delle tradizioni e delle competenze artigianali; lo spessore storico, che si misura dalle profondità spazio-temporali di importanti siti preistorici fino all’epoca moderna; la bellezza unica di una terra collocata all’estremo oriente della nostra penisola, dove due mari, Adriatico e Ionio, si incontrano.
LE INSTALLAZIONI DI RAPICAVOLI
Traduce questa fitta rete in un’esperienza estetica immersiva, nelle installazioni collocate presso Torre Matta, e relazionale, nelle sculture-sedute presso il lungomare. Disegnando una circolarità di rimandi, i diversi ambienti alludono ai quattro elementi, acqua, aria, terra e fuoco, come anche al paesaggio costiero otrantino: il colore intenso e mutevole del mare è in contrasto con il rosso della terra, come accade nel Lago Cava di bauxite. Coinvolgendo maestranze locali, i materiali impiegati nella produzione delle opere sono quelli tradizionali: terracotta, pietra leccese, cartapesta.
L’ANTICO E L’ARTE CONTEMPORANEA
Ma nucleo generativo dell’intero impianto è la dimensione primordiale della Grotta dei Cervi di Porto Badisco, sito archeologico importantissimo quanto poco studiato e valorizzato, custode di complessi pittogrammi e reperti di epoca neolitica la cui simbologia schiude visioni ancestrali e dimostra come questi territori fossero già epicentro di una cultura materiale e artistica condivisa e stratificata, dal Nord Italia al Sud all’Oriente delle terre oltremare (un unicum di cui sarà poi testimonianza il pavimento della cattedrale di Otranto). Forme circolari e a spirale, figure femminili metà umane e metà animali raccontano di antiche società matriarcali, il cui messaggio risuona nelle forme concave scelte da Rapicavoli: grotte, anfore, conchiglie, nel loro legame con l’acqua, sono simbolo di accoglienza e contenimento, del potere rigenerativo della Grande Madre Terra.
‒ Emanuela Termine
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