La pittura di Władysław Strzemiński e Svenja Deininger a Reggio Emilia
Alla Collezione Maramotti di Reggio Emilia va in mostra “Two Thoughts”, il dialogo tra l’avanguardia polacca di Władysław Strzemiński e l’opera contemporanea di Svenja Deininger.
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Quattro dipinti dell’avanguardista Władysław Strzemiński (Minsk, 1893 ‒ Łódź, 1952), prestati alla Collezione Maramotti dal Muzeum Sztuki di Łódź (istituto da lui stesso fondato), rappresentano il fulcro della particolare ispirazione pittorica che ha dato vita a Two Thoughts, l’originale ciclo di opere dell’artista austriaca Svenja Deininger (Vienna, 1974), in mostra a Reggio Emilia fino a dicembre 2020.
LA STORIA DI WŁADYSŁAW STRZEMIŃSKI
Strzemiński, allievo di Malevich e autore dell’“unismo”, teoria di orientamento modernista, è stato uno delle figure fondamentali del periodo storico compreso tra i due conflitti bellici mondiali. La sua produzione è caratterizzata dalla sperimentazione formale improntata al cambiamento sociale contro i poteri comunisti. La pittura, spogliata delle componenti narrative, dei riferimenti temporali e degli elementi spirituali simbolici, si estende, universalmente pura, sulla superficie piana.
LA MOSTRA A REGGIO EMILIA
Inserendosi nel filone di questa ricerca artistica, Svenja Deininger, prendendo inizialmente spunto da un quadro del 2018 acquisito dalla Collezione Maramotti e dalle Architectural Compositions, lavora a una serie di opere, selezionando infine quelle attualmente presenti nella Pattern Room. Il dialogo tra i due artisti è di notevole impatto. All’ingresso siamo accolti dai quattro dipinti di Strzemiński, identici nelle dimensioni, forti nei contrasti cromatici, densi nell’impasto materico e nel chiaro rimando all’architettura. Attraversato il corridoio, entriamo nel luminoso spazio che ospita la rilettura moderna di Deininger, caratterizzata da un’identità precisa ed elegante, che sembra colmare quel lasso temporale di un secolo che separa le due produzioni. Lo spazio si dilata, si restringe, in forme dinamiche, invisibilmente collegate. Le cromie evocano quelle di Tano Festa, così come le sagome astratte, ispirate a oggetti del vissuto quotidiano, rievocano Giorgio Morandi. Questi e molti altri rimandi costellano l’indagine artistica di Deininger, la cui tecnica pittorica cattura l’attenzione in modo intrigante. La resa materica, data dall’impasto del colore a olio con polveri di gesso, marmo o colla, dà vita a composizioni estremamente lisce, che catturano e riflettono la luce, spesso in modo simile alla seta e ai tessuti preziosi.
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Svenja Deininger, Untitled, 2020, olio su lino, 230 x 150 cm © the artist. Courtesy Galerie Martin Janda, Vienna. Photo Markus Wörgötter
I CONTRASTI DI SVENJA DEININGER
La meticolosa sovrapposizione degli strati di pittura crea un sorprendente effetto volumetrico, suggerendo ardite peregrinazioni dello sguardo. Le tele di Deininger sono lavorate su ambo i lati e l’accostamento di tinte piatte, morbide e setose, ruvide e opache, sono un contrasto animato, incessante e virtuoso, che alimenta la sensazione di straniamento del pensiero, l’immaginazione pura. L’artista non suggerisce una chiave di lettura formale, al contrario libera lo sguardo da qualsiasi interpretazione precostituita, guidandolo tuttavia attraverso un viaggio pittorico di assoluta compostezza tecnica.
‒ Elena Arzani
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