L’installazione di Alfredo Pirri al Centrul de Interes di Cluj-Napoca
Alfredo Pirri racconta ad Artribune l'installazione "Passi", dall'11 settembre al Centrul de Interes di Cluj-Napoca. Ecco come sarà
Centrul de Interes è la più grande comunità artistica di Cluj, che comprende sei spazi espositivi al quarto piano, numerosi project spaces, spazi di residenza e gli studi di alcuni artisti. Nei suoi primi tre anni di esistenza, Centrul de Interes ha organizzato mostre di artisti come Bill Viola (la
sua prima personale in Romania), Jane McAdam Freud, Dmitry Kawarga, Cristi Puiu o Mircea Suciu, così come mostre collettive. Inoltre, a partire dal 2019, organizza l’evento Performance Day, che presenta al pubblico
la scena locale e internazionale della performance. L’11 settembre presenta la grande installazione Passi di Alfredo Pirri. Nel testo che segue l’artista racconta il progetto.
Sono stato a Cluj-Napoca per fare una conferenza all’Accademia di Belle Arti. Dopo un po’ che si arriva in una città se ne comprende la predisposizione, ci sono città capitali politiche per vocazione (come Napoli o Torino in Italia), altre di cui apprezzi subito l’attivismo come New York, oppure quelle marchiate dal fuoco del sacro come Gerusalemme. A Cluj ti senti accerchiato dalla pittura, la sua tinta e addirittura il clima atmosferico corrispondono a quei colori indefinibili e impastati di cui sono fatti la maggior parte dei quadri degli artisti che ho visto e visitato. Nella grande maggioranza dei casi il colore non è mai puro ma il risultato di mescolanze meticce, tutto vira al grigio. Il giallo non abbaglia, il rosso non ferisce, il blu non è imprendibile. Quel grigio attira come una calamita, non è né luce né buio, è fatto di massa attrattiva, e sa di olio. Ho chiesto di visitare anche gli studi di artiste e artisti non più giovani, la generazione che ha realizzato le sculture pubbliche e lavorato negli anni cinquanta, anche li ci sono quei colori. Niente a che vedere con la ricerca cromatica e tonale dell’informale post surrealista europeo degli stessi anni, dove le sfumature differenti avevano un ruolo non strutturale ma decorativo, mi pare, il tendere al grigio sia questione più essenziale, fisica e non solo artistica.
IL COLORE A CLUJ
Non è un caso, forse, che ho fatto dipingere di grigio, di un grigio caldo e indefinibile, la parete vuota che spicca come un monolite al centro dell’installazione, invece di lasciarla bianca.Quando ho visto il posto ho compreso quanto questo modo di intendere il colore, come impasto, influenzi positivamente anche le vostre attività che, infatti, si mischiano fra loro con un atteggiamento politico e vicendevolmente solidale che vi ha portato a concepire tutto lo spazio come qualcosa da accudire collettivamente e dove far confluire persone e idee differenti, questo mi ha molto colpito. Mostrando qui il mio lavoro ho la certezza di mostrarlo a persone sensibili, competenti e interessate a condividere un’esperienza.
ALFREDO PIRRI: REALIZZARE LE OPERE A DISTANZA
Fino ad ora non avevo mai realizzato un lavoro totalmente a distanza, forse questo è possibile proprio grazie a questo senso collettivo e accudente che ho trovato a Cluj e di cui custodisco la memoria. Ecco il mio lavoro, in questo momento contraddistinto dal non poter viaggiare, è costruito proprio grazie e in base alla memoria e all’immaginazione. Non trovo del tutto negativo (a parte non condividere il piacere dello stare insieme) realizzare le mostre a distanza, in fondo una delle questioni importanti dell’arte e della cultura dei nostri tempi è proprio la possibilità di ampliare l’immaginario grazie e attraverso la distanza. Se immaginiamo mondi lontani perché non fantasticare anche su quelli vicini e difficilmente raggiungibili al momento? È anche una maniera forte perché viaggino di più le idee e meno i corpi. Ecco! Abbandonare le cose al proprio corso, è come abbandonare le persone continuando a sentirle vicine. Cresce con questo un atteggiamento maggiormente responsabile e svincolato dalla persona che, troppo spesso emerge al posto dell’opera. Per me, in questo momento, lavorare a distanza è come abitare quel grigio di cui parlavo, stare dentro un campo di potenzialità espressive senza confini, indefinibile, infinito.
–Alfredo Pirri
L’artista Alfredo Pirri risponde con questo testo alla domanda di Florin Stefan, artista e presidente Federatia Centrul de Interes: Sei stato a Cluj-Napoca qualche anno fa per una presentazione del tuo lavoro. Quanto questo ha influito sulla decisone di esporre qui, al Centrul de Interes? Hai mai partecipato a un progetto con un’installazione del genere senza poter essere presente? E generalmente, come artista, come hai risentito questa situazione creata dalla pandemia?
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