Buonanotte Contemporanea, il progetto che porta l’arte in un borgo abbandonato
Dal 3 settembre il piccolo borgo Buonanotte, arroccato su una sella rocciosa tra la Maiella e il Lago di Bomba, si ravviva con un progetto che unisce arte, natura e architettura. Grazie agli interventi degli artisti Vincenzo Marsiglia, Jasmine Pignatelli e Artan Shalsi, sotto la guida curatoriale di Maria Letizia Paiato.
“Questo progetto aveva un valore di sfida!”, così parla la curatrice Maria Letizia Paiato nella conferenza stampa a cui erano presenti il sindaco di Montebello sul Sangro, Nicola di Fabrizio, e gli artisti e gli architetti che hanno dato vita al progetto Buonanotte Contemporanea.
“In primis, perché non avevo mai lavorato in team con degli architetti, trovandomi benissimo. In secondo luogo, perché detesto la maggioranza di operazioni di arte contemporanea nei luoghi che hanno, per loro definizione, una bellezza propria. Credo che alcune tipologie di operazioni vadano più a deturpare che non a recuperare determinati territori. Giacché di situazioni simili se ne sono viste diverse, mi è piaciuto subito capire che non avremo fatto quel tipo di azione perché inserire a livello decorativo delle opere o degli oggetti non era nel nostro interesse, e non avrei mai voluto farlo”, prosegue la curatrice. “Ciò che ci interessava, su proposta degli architetti, era ritracciare degli artisti che avessero già nel loro DNA, nella loro poetica, un’attitudine alla costruzione, all’architettura, all’idea di progetto, e soprattutto che realizzassero delle opere che fossero in parte organiche all’organicità stessa del borgo di Buonanotte. Ricalco le parole dell’architetto Carmela Palmieri perché ha dato una definizione perfetta, ovvero ‘è come se si fosse tolto un velo dal borgo’. In effetti le opere, pur mantenendo l’estetica peculiare di ogni artista, rispondono all’identità del luogo. Qui bisognava entrare nel cuore del borgo stesso e credo proprio che siamo riusciti nell’intento”. Il progetto vede la sua nascita un anno e mezzo fa e, come dichiarano i protagonisti, la pandemia non ha rallentato o intaccato il suo processo vitale. Con Buonanotte Contemporanea l’arte si vuole rendere funzionale al recupero creativo e alla messa in sicurezza di un borgo che attende solo di essere riconosciuto nella sua identità.
BUONANOTTE, UN BORGO ABBANDONATO PRONTO A RINASCERE
Le origini di Montebello Sul Sangro risalgono al lontano XII secolo, conosciuto inizialmente con il nome di “Malanotte” e successivamente ribattezzato “Buonanotte”. Questo piccolo e singolare borgo, sito in Abruzzo, si compone di due nuclei: uno attivo in cui si svolge la quotidiana vita del paese, e l’altro avvolto da un’atmosfera sospesa e solitaria dove la presenza umana è solo un vago ricordo. Questo status di abbandono è dovuto a una serie di frane che ha avuto inizio negli Anni Sessanta, e da allora, ad albergare nel piccolo paesino sono rimasti solo il silenzio e lo scorrere del tempo. Ma oggi che abbiamo riscoperto le perle incastonate nel Bel Paese, come è possibile rendere nuovamente vivo un sito storico e pittoresco come quello di Buonanotte? A pensarci sono stati Carmela Palmieri – ideatrice del progetto ‒, Fabio Armillotta e N. Marco Santomauro di CASaA ARCHITETTI, con il progetto inedito e interdisciplinare Buonanotte Contemporanea, che ha visto l’attivazione di maestranze locali, amplificando quel senso di appartenenza al territorio che si era perso nel tempo. “Il percorso che va alla scoperta del borgo”, dichiara in conferenza stampa l’architetto Carmela Palmieri, “doveva essere attrattivo, da qui l’idea di coinvolgere degli artisti che rendessero questo percorso, un ‘percorso d’arte’ e che, nell’attraversamento, permettesse di incontrare delle opere ideate e progettate in maniera specifica per questo luogo, attuando un recupero creativo e rendendolo conforme alla fruizione dell’arte contemporanea”. Dal 3 settembre, infatti, il piccolo centro abbandonato accoglie il pubblico tra architettura, natura e arte grazie agli interventi firmati da Jasmine Pignatelli, Vincenzo Marsiglia e Artan Shalsi. Il progetto porta con sé una visione lungimirante coadiuvata dalle istituzioni locali, le quali intendono attivare una serie di servizi per sviluppare un turismo sostenibile che dia visibilità alle meraviglie del territorio circostante.
BUONANOTTE CONTEMPORANEA E IL TERRITORIO
Interfacciarsi con il territorio senza mai snaturarlo: questo è stato uno dei punti basilari su cui si è costruito il progetto Buonanotte Contemporanea, dove l’azione congiunta tra la figura dell’architetto e quella dell’artista ha dato vita a un cambio di prospettiva, arricchendo con nuovi valori e significati tutto quello che si è sedimentato nel tempo. La riappropriazione dello spazio non è da intendersi come un dominio, bensì come la possibilità di rinnovamento, attivando e generando così un paesaggio dalle connotazioni identitarie e dalle sfumature contemporanee. Ma qual è il ruolo degli artisti? Quali sono le singolarità che ruotano attorno alla realizzazione delle opere?
GLI ARTISTI DI BUONANOTTE CONTEMPORANEA
C’è da dire che il gioco di immagini riflesse date dall’utilizzo dell’acciaio inox nell’opera Senza titolo di Artan Shalsi, a cui segue Kaleidoscope di Vincenzo Marsiglia, posta in un punto nevralgico in cui lo sguardo si immerge totalmente nella natura e, infine, la linea decostruita, A Broken Line di Jasmine Pignatelli, che traccia i mutamenti dell’ambiente tra segni e moduli in progressione, dialogano in maniera diretta con il territorio tanto da rendere inscindibile il legame con esso. Buonanotte Contemporanea, quindi, si anima non con semplici opere ispirate dal contesto, ma con grandi installazioni strettamente unite alla sopravvivenza stessa del borgo, alla sua storia, alla sua cultura e alla cura dell’ambiente naturalistico. A raccontare le fasi salienti del progetto, con un docu-backstage, è Francesco Castellani, che dichiara: “Sono stato testimone di un bel progetto condotto da un ottimo lavoro di squadra. Ma quello che più mi ha colpito è che la messa in sicurezza del paese non faceva riferimento solo al contesto urbano, ma anche a quello di convivenza sociale. Un sano senso di comunità e identità che era sfumata con la frana, ma che ora torna grazie alla frequentazione del borgo”.
‒ Valentina Muzi
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