Directed Tensions: le installazioni ipnotiche di Nei Albertí a Milano
La personale dell’artista catalano, ospitata negli spazi di co-working di Copernico Centrale Milano, si inserisce nell’ambito di Art Journey: un progetto organizzato per mettere in dialogo il mondo dell’arte e della creatività con quello dell’impresa.
Ha inaugurato presso gli spazi di co-working di Copernico Centrale Milano, durante la art week, Directed Tensions, la personale dell’artista catalano Nei Albertí (Sant Feliu de Guíxols, 1975). La mostra è presentata da EFG Art, agenzia londinese per la produzione, la promozione e il supporto di artisti internazionali emergenti. Si inserisce nell’ambito di Art Journey, il progetto arte per le sedi di Copernico a cura di Giorgia Sarti. Art Journey promuove la contaminazione tra l’arte contemporanea e gli eventi culturali con il mondo del lavoro e dell’impresa, affinché i due ambiti possano avvicinarsi sempre di più, entrando l’uno nella quotidianità dell’altro. Specie adesso che gli spazi di co- e smart-working sono sempre più di attualità.
NEI ALBERTÌ, DIRECTED TENSIONS
Fili di nylon e lycra: sono questi i materiali – semplicissimi e di uso comune – attraverso i quali Nei Albertì costruisce le sue sculture, composte da strutture reticolari che ricordano tanto il microscopico di una molecola quanto il macroscopico dell’universo. Basta guardare le opere realizzate all’interno dei cubi di vetro in mostra a Copernico Centrale Milano, in cui fili e pezzi di tessuto si tendono intersecandosi tra loro, mentre il risultato finale è enfatizzato dalla luce posta alla base dell’opera, che le illumina cambiando colore. La chiave della sua pratica è la continua tensione (e torsione) della materia, declinata in infinite possibilità e variabili.
LE INSTALLAZIONI SITE SPECIFIC DI NEI ALBERTÌ
I lavori per cui l’artista catalano è diventato maggiormente noto, però, sono le sue installazioni site specific, di cui una è in mostra presso Directed Tensions: tessuti blu, verdi e viola, tesi attraverso dei tiranti fissati al soffitto e al pavimento, creano una figura che pare aleggiare nell’aria, resa ancora più fluorescente grazie alla luce di Wood che investe l’intera opera. L’aspetto più interessante della pratica di Albertì è la sua impossibilità di progettare l’opera a monte: la posizione di ogni elemento viene decisa in corso d’opera, come se l’allestimento diventasse un momento performativo. “Il caso diretto, l’inconscio misurato, la sorpresa e l’intuizione, l’immediatezza con la calma: questi concetti quasi antagonisti sono le basi fondamentali del mio ultimo lavoro”, spiega l’artista. “Fino all’ultimo secondo mi riservo la possibilità di cambiare totalmente la direzione dell’opera, concentrandomi sulle mie paure, le mie ansie, ma anche sulla gioia della creazione”. La sua produzione sfocia anche in fotografie di grande formato: documentazioni di installazioni site specific allestite in una stanza avvolta nella penombra, oppure in mezzo a un bosco. Opere che restano per il tempo di uno scatto, per poi venire distrutte, oppure vengono abbandonate in mezzo alla natura, tese tra gli alberi come creature anomale e indecifrabili.
-Giulia Ronchi
Nei Albertí – Directed Tensions
Fino al 20 Novembre 2020
Copernico Centrale, Milano
Via Copernico, 38
Ingresso su registrazione: [email protected]
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