Come sarà l’autunno di Palazzo delle Esposizioni? Intervista a Cesare Pietroiusti
Continua la survey di Artribune sull’autunno dei musei italiani. A Roma si riparte in attesa della Quadriennale
Come sarà l’autunno dei musei italiani? È una domanda che in tempi di Covid si pone tutto il settore e gli addetti ai lavori. Con coloro che guidano questo mondo, direttori e presidenti, analizziamo il prossimo futuro e la scorsa stagione. L’inchiesta prosegue con Palazzo delle Esposizioni a Roma; risponde il Presidente dell’Azienda Speciale Palaexpo e artista Cesare Pietroiusti.
Come sarà l’autunno 2020 per il tuo museo?
Palazzo delle Esposizione ospiterà in tutti i suoi spazi, a partire dal 30 ottobre, un’edizione della Quadriennale d’arte che, dal mio punto di vista, si profila come la punta più avanzata della sua storia recente, sia per la qualità degli artisti che per il rigore curatoriale. Intitolata “Fuori”, sarà un viaggio intergenerazionale nella ricerca artistica contemporanea italiana, tra arte, cinema, coreografia, design ecc.
Cosa ti aspetti da questa stagione che inizia?
Mi aspetto un rinnovato senso di fiducia nei confronti della cultura, e in particolare dell’arte, per dare senso, sostanza, all’esistenza di ognuno di noi.
Cosa invece ti preoccupa di più?
Mi preoccupano i deliri identitari, la chiusura mentale e la paura dell’incontro con l’altro. Cioè, in una parola, l’ignoranza.
Che attività hai in programma?
Parallelamente alla Quadriennale proseguiranno le rassegne cinematografiche di Palazzo delle Esposizioni, che offre a Roma praticamente l’unica sala dove si proiettano pellicole in 35 mm, oltre naturalmente al nostro programma di conferenze, incontri e laboratori, in particolare quelli per i più giovani a cura del dipartimento educativo.
Farai delle modifiche ai progetti iniziali per adattarli alla situazione in corso?
C’è stata necessariamente una riduzione negli incontri in presenza, ma i grandi appuntamenti sono rimasti gli stessi, anche se con qualche limitato slittamento di date.
Quali pensi che saranno le sfide che i musei dovranno affrontare nel prossimo futuro?
Il rapporto fra le diverse discipline artistiche e performative nonché quello tra apparato espositivo e attività formativa: sono due aspetti fondamentali che a mio avviso richiedono di individuare dei veri e propri modelli espositivi nuovi.
Diamo i numeri: come è andata dalla riapertura in termini di pubblico?
A parte i primissimi giorni dopo la riapertura, a maggio, i numeri sono tornati quasi quelli di prima, nonostante il contingentamento degli ingressi. Una curiosità: alcuni giorni dopo la riapertura c’è stato un momento in cui, cosa mai successa, abbiamo registrato più visitatori del Colosseo.
Quale è stata la cosa più bella da quando hai riaperto?
Ritengo sia stata la mostra “Condizione Assange” di Miltos Manetas – una mostra “aperta per rimanere chiusa”, che ha messo in questione proprio i concetti di reclusione, di esposizione mediatica, di apertura e chiusura.
Cosa chiedi alla politica in questo momento comunque difficile?Semplificazione. I musei pubblici sono sottoposti a regole spesso superflue che rendono il lavoro inutilmente difficile.
Consigliaci un libro per inaugurare la stagione.
L’Etica di Spinoza.
– Santa Nastro
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