Essere nel mondo. Il progetto d’artista di Antonello Cuccu a Oristano
Museo Diocesano Arborense, Oristano ‒ fino al 20 settembre 2020. Il percorso creativo dell’architetto-designer Antonello Cuccu va in mostra in Sardegna: pittura e artigianato come identità personale e collettiva, in trent’anni di ricerca artistica.
Antonello Cuccu (Bosa, 1958), architetto e designer, ha curato l’allestimento di numerose mostre sugli artisti e sull’arte in Sardegna nel XX secolo attraverso la casa editrice Ilisso. Tra queste è indimenticabile Cento anni di Ceramica, allestita presso il Padiglione dell’Artigianato di Sassari nel 2000.
Negli Anni Ottanta, caso vuole che Cuccu acquisti, senza conoscerne l’autore, alcuni pupazzi-giocattolo in legno rivestiti in stoffa degli abiti tradizionali sardi di Eugenio Tavolara, fondatore di I.S.O.L.A. (Istituto Sardo Organizzazione Lavoro Artigiano) e innovatore dell’artigianato in Sardegna. È la grande Maria Lai a indirizzarlo, spiegandogli che in questi pupazzi è presente la stessa forza espressiva degli antichi bronzetti nuragici, facendo germogliare in Cuccu i semi della sua futura ricerca, che va dall’architettura alla pittura sino alle arti applicate. Sempre negli Anni Ottanta conosce la ceramista e decoratrice di tessuti Irene Kowaliska, che gli fornisce nuove conoscenze e competenze sull’arte della ceramica.
LA MOSTRA DI CUCCU A ORISTANO
Il percorso espositivo presso il Museo Diocesano Arborense comprende un centinaio di opere, dal 1985 al 2020, molte inedite, altre nate dalla collaborazione con artigiani locali, come Terrapintada, Bottega Manis, Angelo Sciannella per le ceramiche e Paolo Murreddu per la falegnameria. Tutte queste opere si ispirano, rinnovandone il linguaggio, ad artisti del Novecento tra i quali il già citato Tavolara e il pittore e ceramista bosano Melkiorre Melis, cui ha dedicato vari studi monografici. Si ispira a Melis soprattutto nei disegni a china Issa con issu [“lei e lui” in sardo] e l’altro.
L’artista ha una profonda conoscenza dei materiali e della tradizione popolare sarda, che rielabora in maniera personale: all’ingresso della mostra c’è il totem-altare Isthar (2017), composto polimaterico di ceramiche smaltate e al terzo fuoco in oro e argento con specchio e mensole in legno e tessuto sardo ready-made. Ai lati di questo altare laico dedicato alla donna stanno due tondi composti da gonne tradizionali dell’abito femminile ittirese con al centro incastonato un dipinto raffigurante un volto femminile, luna crescente e luna calante.
ANTONELLO CUCCU. DALL’ARTIGIANATO AL CONCETTUALE
Nell’arte di Antonello Cuccu un simpaticissimo e umilissimo asinello assurge ad archetipo e il suo “neofuturistico” volo (tramite le orecchie a forma di eliche) diviene metafora della vita e della ricerca artistica, nella rielaborazione della tradizione sarda con disegni, incisioni, dipinti, ceramiche, smalti, metalli e installazioni. Proprio in Circuito di Volo (Volo e non volo) (2019) e in Volo bilanciato (2009-18) l’artista giunge a un proprio equilibrio tra il fare artigianale e concettuale. Attraverso tutte queste tecniche Cuccu dimostra la propria completezza e complessità, aprendosi a un ventaglio di molteplici possibilità.
‒ Alessio Onnis
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