Prospettiva Apocalisse. Birgit Brenner all’Accademia Tedesca di Roma
In “This is Not About us” di Birgit Brenner, in mostra a Roma a Villa Massimo, video, disegno e installazione concorrono a tradurre i timori individuali dell’artista in esperienze collettive. Combinazione di psicologia moderna con l’anima tecnologica e artificiale della comunicazione di massa.
Birgit Brenner (Ulm, 1964) attinge dalle suggestioni della tecnologia, dal linguaggio della musica, dalla spettacolarità delle scenografie teatrali per spingere al limite pensieri inquietanti e possibili, fino a farli sfociare nell’umoristico. Con ritmi cadenzati e balli solitari, Hundred seconds to Midnight (2020) è a prima vista la registrazione disegnata di una festa in un club underground, pareti bianche da discoteca labirinto. La digitalizzazione di personaggi in china assume però, con lo scorrere dei secondi, i toni scuri di un videoclip apocalittico, metafora visiva delle contraddizioni dell’umanità nel suo essere prossima al confine del baratro. La visione in loop permette di esaminare le logiche della percezione, i significati funzionali finiscono per essere alterati imponendo una stringente operazione di rilettura del contesto.
L’incendio divampato nell’ultima sala della galleria, This is not about us (2020), lavoro realizzato appositamente per la mostra, preannuncia infatti una verosimile e tragica fine. Il “fuoco sacro” che non deve spegnersi, pena la fine del mondo, è trattenuto alle pareti da tiranti in lattice. Reale nella sua tridimensionalità all’ingresso della stanza, rivela il suo carattere artificiale nei passi di avvicinamento all’opera. Una messa in scena macabra e imposta dall’alto, alchimia di precisione e indeterminato.
‒ Raffaele Orlando
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