Le tensioni plastiche di Kevin Francis Gray a Firenze
Museo Stefano Bardini, Firenze ‒ fino al 21 dicembre 2020. Marmo e bronzo, i materiali classici della tradizione scultorea toscana, sono alla base dell’opera dell’artista nordirlandese Kevin Francis, in equilibrio fra passato e presente. Una piccola ma interessante mostra a cura di Antonella Nesi, organizzata da Mus.e in collaborazione con Eduardo Secci Contemporary.
La perfezione della bellezza classica si scontra drammaticamente con le incertezze dell’età contemporanea nella rilettura di Kevin Francis Gray (Armagh, 1972), scultore che, con il non finito e la distorsione dei tratti somatici dei soggetti, compie una profonda analisi psicologica. Virtuosismi tecnici che non hanno solo valenza estetica, perché permeano le opere del senso della caducità dell’esistenza, un aspetto non scontato in una società in cui la morte è stata quasi rimossa, e l’arte si è spesso adeguata.
Nelle opere di Gray si avverte il contrasto fra la serenità del marmo e del bronzo e l’inquietudine suscitata da questi corpi tormentati che sembrano soffocare un grido di disagio esistenziale. Un tensione accentuata anche dal gioco di luci e ombre, pieni e vuoti, superfici ora spigolose ora più morbide, ora lisce, ora grezze. Pur nella distorsione, la scultura di Gray rimane sempre profondamente umana e umanistica, nella miglior tradizione rinascimentale.
‒ Niccolò Lucarelli
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