In Campania l’arte prende il posto della pubblicità

La riappropriazione di un paesaggio pubblico attraverso i mezzi propri dell'arte e della creatività è lo scopo del nuovo progetto promosso dalla Sabato Angiero Arte a Saviano, in Campania. Curata da Valentina Apicerni, l’iniziativa è pensata appositamente per una delle vie periferiche di Saviano, destinata a zona di mercato settimanale.

La conquista di un territorio al di fuori della galleria, per estenderne i confini fisici e concettuali, prende avvio con l’assalto ai quattordici tabelloni pubblicitari situati nello svincolo alle porte di Saviano, che – con la loro presenza e con l’assillo delle réclame – ne ostruiscono l’orizzonte, confinando così lo sguardo entro l’esiguo spazio del proprio intorno.
Il progetto, che rappresenta la prima edizione di una mostra in luogo pubblico a firma della Sabato Angiero Arte, propone di intervenire sul paesaggio urbano e sui tabelloni che lo caratterizzano affiggendovi quattordici opere, al fine di restituire uno spazio espositivo “ulteriore”, inconsueto e altro da quello istituzionalmente deputato.

GLI ARTISTI DI SNÒDO

Cosa hanno in comune i lavori di Cesare Accetta, Aniello Barone, Giuseppe Caccavale, Timothée Chalazonotis, Flaviana Frascogna, Salvatore Manzi, Olivier Menanteau, Pino Musi, Coutarel Odilon, Pier Paolo Patti, Felix Policastro, Antonello Scotti, Ciro Vitale e Nicola Zucaro, se non l’esigenza di impiantare gli stendardi di un’azione sociale, oltre che artistica, che mira a smuovere le coscienze, guadagnando una porzione di cielo in un luogo – quello dell’agorà comunale – che, come molti contesti artistici e sociali, è imbrigliato invece nei lacci di un’ideologia materialistica e di una logica mercantilistica?

Snòdo. Giuseppe Caccavale. Sabato Angiero Arte, Saviano 2020

Snòdo. Giuseppe Caccavale. Sabato Angiero Arte, Saviano 2020

ARTE SUI TABELLONI

Nelle parole della curatrice, Valentina Apicerni, Snòdo assume infatti il valore di “sciogliere, liberare dai nodi, è un invito a slegarci dalla trama delle narrazioni già conosciute, e dare presenza a zone di transizione”. Pur imponendosi al pubblico con l’utilizzo degli stessi canali della comunicazione pubblicitaria, i tabelloni esibiscono una condizione di ipertestualità che diviene crocevia di contenuti e linguaggi plurimi e si configurano come “pause estetiche” nel tracciato urbanistico, che ridefiniscono la percezione topografica e propongono una nuova idea di abitare la città e un uso più consapevole delle risorse di cui essa dispone.

Rosa Esmeralda Partucci

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Rosa Esmeralda Partucci

Rosa Esmeralda Partucci

È nata ad Avellino nel 1990 e ha frequentato il corso di Laurea Triennale in Archeologia e Storia dell'Arte all'Università degli Studi di Napoli Federico II. Attualmente è in procinto di discutere la tesi in storia dell'arte contemporanea. Ha scritto…

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